Intervista al giornalista iraniano Davood Abbasi. La situazione nel Paese vista da Teheran
(ASI) Il dovere deontologico del giornalista è fare informazione a 360 gradi. Per questo ASI, per conoscere e per far conoscere più approfonditamente ai lettori cosa sta succedendo nella Repubblica Islamica abbiamo voluto sentire l'opinione del giornalista iraniano Davood Abbasi.                                         
 
1) Che cosa sta succedendo veramente in Iran?
 
Due cose: a) Il paese si trasforma,  b) Il paese si sta difendendo dinanzi ad un nuovo tipo di guerra e di aggressione straniera
 
Se l'Iran vuole sopravvivere, deve svolgere tutte e due i compiti con diligenza; lo devono fare sia il governo che la gente; se falliranno anche in uno solo dei due doveri citati, l'Iran fara' la fine di Siria, Libia, Afghanistan, Iraq, ecc... ed il cammino di progresso avviato dal 1988 (anno della fine dell'aggressione di Saddam Hussein) si fermera'.
 
L'Iran si sta trasformando; un vestito comprato 43 anni fa dagli iraniani oggi sta loro stretto e deve cambiare. Questo non significa necessariamente che il governo al potere sia buono o cattivo, che ci sia una rivoluzione o meno; ha a che fare con la necessita' di una nazione di modernizzare alcune leggi sociali che magari possono anche essere buone se paragonate agli standard mediorientali, ma che sono troppo indietro rispetto allo stesso popolo iraniano, ad una nazione come l'Iran: chi lo ha visitato sa che e' molto piu' progredito e acculturato di quanto possa immaginare l'uomo della strada in Occidente.
E' una delle nazioni al mondo con il maggior numero di ingegneri, universitari, accademici, l'indice di alfabetizzazione e' altissimo, i bambini delle scuole parlano di solito 3 lingue straniere, il "sapere" e' la virtu' piu' amata da questo popolo.
 
L'obbligo del velo e la presenza della polizia morale, sono l'ultimo residuo di tutta una serie di fenomeni del tempo della rivoluzione che pero' oggi sono scomparsi (lapidazione, sospesa 15 anni fa, esecuzioni pubbliche, sospese quasi un decennio fa, intromissioni nella vita privata dei cittadini, quasi scomparse, divieto delle parabole satellitari, mai abolito ma di fatto non piu' applicato, frustate per consumo di alcolici, ormai non piu' applicate ed ecc...). 
 
La morte tragica di Mahsa Amini ha scosso la nazione e la gente ha deciso di manifestare apertamente il suo no al velo obbligatorio ed alla presenza della polizia morale. 
Considerando la fine che hanno fatto molte altre regole (che citavo sopra e che in origine esistevano), credo che anche l'obbligo del velo e la presenza della polizia morale siano destinati a sparire. Un qualcosa che sicuramente rafforzera' il Paese, semplicemente perche' accrescera' la liberta' individuale e l'indice di gradimento per il sistema. 
La mia sicurezza proviene dal fatto che gia' in questo momento, mentre stiamo parlando, questi due fenomeni sono scomparsi. Nelle citta' non si vede piu' la polizia morale in azione ed in piu' le donne passeggiano tranquillamente senza velo anche dinanzi alla polizia e nei luoghi pubblici; i poliziotti osservano senza dire nulla. 
 
 
2) Ci sono interferenze straniere nelle proteste? Se sì, per conto di chi queste vengono organizzate?
 
Degli iraniani si può dire qualsiasi cosa, tranne che siano stupidi. La BBC in persiano, e la rete Iran International (finanziata dal principe saudita Muhammed Bin Salman, con gli uffici a Londra), sono due reti che stanno spendendo milioni di dollari all'anno per trasmettere trasmissioni in lingua persiana. 
Mi chiedo io, lo fanno per amor del cielo? Per la libertà del popolo iraniano?
In questo momento l'élite del popolo iraniano, insomma, quella parte della popolazione che pensa e che conta, si sta ponendo questa domanda. E credo che non sia difficile indovinare la risposta che si stiano dando. 
 
La fonte di decine e decine di notizie che sono girate sui giornali di tutto il mondo e pure sui media italiani, sono proprio queste due reti; reti di Paesi apertamente nemici dell'Iran, che seguono precisi obiettivi, in ogni caso contrapposti agli interessi degli iraniani.
Reti che hanno cavalcato una legittima protesta esistente, ma semplice e serena, tentando di trasformarla in qualcosa di violento, e lo hanno fatto fabbricando notizie false. 
 
Buona parte delle notizie da loro diffuse sono infondate; lo comprende bene chi vive all'interno. Giornalmente si parla di uccisioni di civili e bambini, ad opera della polizia, come se la polizia iraniana fosse composta da una masnada di assassini. Conosco bene poliziotti e forze dell'ordine, e conosco le loro regole d'ingaggio; non hanno il permesso di toccare le persone e rischiano la galera se manca una sola pallottola della loro arma di servizio.
 
Se la diffusione di bugie è stato il primo atto di questa sorta di "guerra ibrida", messa in atto dai nemici dell'Iran, la seconda è stata l'uso sul campo di loschi individui e criminali comuni. Faccio notare che nelle proteste sono morti oltre 40 poliziotti. 
Come si spiegano queste morti? 
Dobbiamo accettare che donne e ragazzini abbiano ucciso ben 40 poliziotti? (Con circa 600 feriti tra le forze dell'ordine). 
 
Purtroppo sono stati letteralmente assoldati criminali e delinquenti, da parte di gruppi terroristici legati all'Isis ed al Pjak (il ramo anti-iraniano del PKK, soprattutto nella regione iraniana del Kurdistan), a gruppi terroristici del Khouzestan, regione all'estremo sud-ovest (guarda caso ricca di petrolio) e gruppi terroristici della regione del Sistan e Baluchestan, confinante con il Pakistan.
 
Per un giornalista che ha seguito dal 1996 a questa parte le vicende mondiali, non e' difficile capire cosa stia accadendo: la Jugoslavia del 1996, l'Afghanistan nel 2001, l'Iraq nel 2003, la Libia nel 2011, la Siria poco dopo...in tutti i casi si e' detto che c'erano delle dittature, che bisognava portare la liberta' e la democrazia e far rispettare i diritti umani.
Non dico che le dittature non ci fossero, ma in tutti i casi citati, senza eccezione, la condizione delle popolazioni e' peggiorata. E la dittatura e le altre questioni interne, che magari i popoli degli stessi paesi avrebbero potuto risolvere, sono diventati una scusa per attaccarli e saccheggiare le loro risorse. In molti casi, le dittature non se ne sono nemmeno andate. Gli americani hanno lasciato l'Afghanistan dopo 20 anni riconsegnando la nazione ai talebani. 
In Siria, Assad, buono o cattivo che fosse, sta ancora al potere, ma la differenza e' che i giacimenti petroliferi della nazione ad est di questo Paese sono controllati dall'esercito americano. 
 
Per l'Iran, che e' una nazione che in effetti e' piu' potente di quelle citate, il piano e' piu' complesso e diversificato. Le sanzioni degli Usa sono state il primo passo (da loro stessi dette le piu' pesanti della storia). Un tentativo di colpire l'economia e metterla in ginocchio, tentativo fallito, perche' il Paese ha continuato a progredire.
Poi l'accerchiamento militare e politico (ricordiamo l'assassinio del generale Soleimani), poi la propaganda mediatica fortissima e per ultimo le ingerenze dirette anche nelle proteste ed il tentativo di farle degenerare in violenza.
 
Spero che chi legge capisca che la questioni dei diritti umani, e' solo una scusa. Se l'Iran fosse un paese allineato all'Occidente, potrebbe tranquillamente violare cento volte di piu' i diritti umani (vedi l'Arabia Saudita col principe reggente che ordina di fare a pezzi Jamal Khashoggi nella loro ambasciata in Turchia) e rimanere impunito, anzi essere sostenuto, corteggiato ed amato.
   
L'obiettivo americano e' chiaro, cambiare sistema, instaurare un governo fantoccio tipo quello dello Scia', ma soprattutto fare a pezzi l'Iran, perche' con la conformazione attuale risulta per loro una realta' troppo potente. Ricordiamo che Siria e Iraq oggi sono stati di fatto divisi in piu' pezzetti, dall'Iran si vorrebbero prendere dei pezzi; cosi si spiega anche l'attivita' molto forte nelle regioni di confine. 
Certo, non posso negare che il governo iraniano se la sia anche cercata. Aver venduto droni ad alta tecnologia alla Russia che hanno addirittura cambiato le sorti del conflitto in Ucraina, deve aver indotto gli americani a cercare di colpire in maniera molto forte l'Iran. Se questo e' stato l'errore del governo iraniano, bisogna anche convenire che l'Iran ha cercato a lungo l'intesa con gli americani sul nucleare, e che non avendo ottenuto condizioni ragionevoli, e' stato costretto a virare verso Cina e Russia.
 
Credo fermamente nella saggezza del popolo, ed anche nella saggezza delle autorita' iraniane.
Credo proprio che queste proteste avranno fine, anche perche' con la tolleranza dimostrata attualmente dalle forze dell'ordine nei confronti della mancanza del velo delle donne, e' venuta meno la motivazione principale della protesta.
Del resto la nazione oggi dipinta dai media e dai social in uno stato di guerra civile, in realta' trascorre una vita serena e tranquilla; l'Iran riprendera' il suo cammino di progresso.
 
Se l'Iran aspira a diventare una potenza, come in effetti aspira, deve imparare a risolvere i propri problemi e a riformare le proprie anomalie o le leggi sbagliate, senza permettere che realta' nemiche del Paese se ne possano approfittare. E' un nuovo tipo di difesa che la nazione deve apprendere, ha iniziato imparando la difesa militare, perche' ha subito 8 anni di aggressione di Saddam Hussein; il tentativo attuale dei nemici dell'Iran, che a mio avviso e' gia' fallito, insegnera' all'Iran anche questo. Come dicevo all'inizio, l'Iran e' costretto ad imparare anche questo; in caso contrario farebbe una brutta fine.
 
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