(ASI) Italia e Serbia sono legate da lontane relazioni. Agenzia Stampa Italia attraverso il Direttore Ettore Bertolini ha tracciato il quadro dei rapporti bilaterali e non solo con Jovan Palalić, segretario generale del Partito Popolare Serbo e componente del Parlamento di Belgrado.
-Per la costituzione serba il Kosovo è una provincia settentrionale del proprio territorio, rafforzato anche dal diritto internazionale, con la risoluzione del Consiglio di sicurezza dall’Onu n.1244. Le tensioni di agosto, provocazioni, come ha affermato Lei, cosa è cambiato da allora?
La ringrazio per la sua domanda direttore, e ringrazio l’attuale Governo italiano, che ha ben compreso la situazione. Inizierei con il sottolineare le dichiarazioni del Ministro degli affari esteri e della cooperazione Internazionale Antonio Tajani, che ha affermato come la presa di posizione di Priština sulle targhe, contribuiscono solo ad alimentare le tensioni e ad allontanare la pace. Importante è stata anche la presenza del Ministro della Difesa Guido Crosetto che oltre ad incontrare il Presidente della Repubblica di Serbia Aleksandar Vučić, ha avuto modo di confrontarsi con il suo omologo Armend Mehaj. Dopo serrate trattative, abbiamo discusso dell’accordo per porre fine alla disputa sulle targhe delle auto con la mediazione degli Usa, che hanno chiaramente mostrato la debolezza di Bruxelles. Il Primo Ministro Kosovaro Albin Kurti posso affermare, ha posizioni estreme e non ha intenzione di ascoltare raccomandazioni dagli Stati Uniti o dalla Ue, che potrebbero normalizzare le nostre relazioni diplomatiche.
- In effetti già ad Agosto Lei aveva tacciato Albin Kurti di creare forti tensioni; ma a chi gioverebbe un atteggiamento di sfida da parte di Priština ? Italia e Usa non appoggerebbero certamente scelte unilaterali.
L’Italia infatti non lo farebbe e il ruolo dell’Italia risulta fondamentale tanto quanto gli Stati Uniti considerando le 750 unità di soldati con la Kfor a Priština, guidati dal Generale Ristuccia. L’Italia ha scelto il momento migliore per visitare i balcani, con un tempismo che ha sicuramente stemperato i toni, è ringrazio fortemente il governo Meloni. Serbia, Stati Uniti e Italia sono uniti per evitare inutili escalation.
- Il governo italiano ha praticamente sostituito la mediazione Ue
Il Ministro Crosetto e il Ministro Tajani sono stati gli unici ad aver visitato Belgrado e Priština per evitare ulteriori problemi, trovo il fatto paradossale considerando le numerose condizioni che Berlino ha imposto ad esempio alla nostra nazione per entrare nella comunità europea. L’Italia ha sicuramente svolto un lavoro lungimirante.
Una richiesta di responsabilità per garantire la pace, dunque, si richiede anche dell’Alto rappresentante europeo per la politica estera Josep Borrell.
Dichiarazioni molto importanti quelle del segretario generale del partito popolare serbo Jovan Palalić, che sottolineano quanto sia importante un equilibrio decisionale nelle aree balcaniche, soprattutto in merito alle tematiche territoriali. L’Italia, forte del ruolo di comando della missione Nato Kfor, ha sicuramente risposto in maniera positiva e con grande impegno, riconosciuto non solo a Belgrado ma anche a Priština, come confermano le parole del ministro Donika Gervalla.
Emilio Cassese - Agenzia Stampa Italia
Per l'intervista integrale con il parlamentare serbo Jovan Palalić, Presidente anche dell'Amicizia Parlamentare fra Serbia ed Italia.
Fonte foto Crosetto con i militari: Ministero della Difesa