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(ASI) Intervistato dalla Tv americana ABC, il presidente siriano Bashar al-Assad ha dichiarato di "non aver mai dato l’ordine di sparare sui civili inermi" e ha contestato l’ultimo bilancio ONU sul numero delle vittime della repressione nel suo Paese: 4mila dall’inizio delle proteste, lo scorso marzo, di cui 700 nel solo mese di novembre. Assad ha spiegato: "Noi non uccidiamo la nostra gente. Nessun governo al mondo uccide la propria gente, a meno che non sia presieduto da un pazzo.
Io sono diventato presidente grazie al sostegno popolare. Non ci si può sentire colpevoli quando si fa del proprio meglio. Ci si può dispiacere per le vite perse, ma non sentirsi colpevoli quando non si sono ammazzate delle persone". Assad ha spiegato che tra i tanti morti di questa guerra civile ci sono "molti sostenitori del governo" e che esiste una differenza tra "tra l’avere la polizia che reprime e l’avere alcuni agenti che commettono errori".
Intanto sulla Siria sembrano spirare venti di guerra, in quanto si inaspriscono le misure contro di essa adottate da Lega Araba e Turchia, inoltre la tv satellitare al-Arabiya parla di un sottomarino nucleare americano diretto alla volta della Siria nel canale di Suez. La Siria, che dispone tra l'altro di grandi quantitativi di missili Scud, ha minacciato nei giorni scorsi di dare alle fiamme l'intera regione se dovesse subire un attacco militare. Un'ipotesi contro la quale si è schierata in modo netto la Russia, ma che non sembra essere stata del tutto esclusa dai Paesi occidentali e che è richiesta da alcune delle forze che si oppongono al regime di Bashar al-Assad.
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