(ASI) Mosca - In Russia, dal 2017, da quando la Corte Suprema di Mosca ha dichiarato estremiste le attività degli oltre 175 mila Testimoni di Geova russi, la situazione della comunità religiosa è andata sempre più peggiorando, nonostante che Putin non si sia mai espresso ufficialmente contro la libertà di culto nella Federazione Russa.
Da quel momento, molti Testimoni di Geova russi - si apprende da fonti interne alle comunità italiane dei fedeli di Geova - hanno perso il posto di lavoro, la pensione, non possono più accedere al conto corrente bancario, avere una polizza assicurativa e una carta sim.
Così, case dei Testimoni di Geova sono state perquisite da commando incappucciati di forze di polizia speciale. Fino al 15 ottobre 2021, si apprende da fonti interne alla comunità dei Testimoni di Geova italiani, indignate ed emotivamente molto colpite dalla sorte dei loro "fratelli di fede" russi "sono state condotte in tutta la Federazione Russa 1583 perquisizioni nelle case.... alla ricerca di pubblicazioni religiose considerate materiale "eversivo", tra cui la Bibbia stessa, 559 Testimoni hanno subito un processo penale, 299 fedeli in totale sono stati incarcerati e sono state già pronunciate 143 sentenze con condanne fino a 8 anni di carcere" (Fonte "jw-russia.org").
Il 4 ottobre scorso, a Irkutsk in Siberia, agenti armati dell'Unità Mobile Speciale della Guardia Nazionale Russa (OMON) hanno fatto irruzione in 12 case di Testimoni di Geova che riferiscono di aver subito aggressioni, percosse e violenze di ogni tipo.
Perseguitati da Stalin e deportati in Siberia con l'accusa di attività "anti sovietica", riabilitati da Boris Eltsin, i Testimoni di Geova sono tornati con Putin a una nuova clandestinità ed esposti ad una vera e propria persecuzione "legalizzata". Infatti, le autorità russe, attraverso una legge del 2016 che permette di considerare "estremiste" le dottrine religiose che vanno contro gli insegnamenti delle religioni tradizionali, dal 20 aprile 2017 hanno sciolto l'ente giuridico della minoranza religiosa.
La Comunità Internazionale si è più volte espressa contro questa situazione. A tal proposito, il 9 gennaio 2020 Rachel Denber, vicedirettrice di Human Rights Watch per l'Europa e l'Asia centrale, ha affermato che "non c'è nulla di nemmeno lontanamente giustificabile in tutto questo". Anche il Ministero degli Affari Esteri Italiano, in risposta a due interrogazioni parlamentari nel 2019 e nel 2020,, ha affermato che la situazione dei Testimoni di Geova in Russia "rappresenta oggi una delle più evidenti criticità in materia di diritti umani nel Paese".
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia
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