(ASI) In Afghanistan le forze talebane fondamentaliste stanno puntando a conquistare inesorabilmente i maggiori centri urbani del Paese. Nella giornata di ieri sono bastate poche ore per impadronirsi di ben tre capoluoghi di provincia.
Il primo è Kunduz, il quale conta 380.000 abitanti, una delle città più importanti delle regioni settentrionali, oltre alla vicina Sar-e-Pol, capoluogo della provincia omonima e Taloqan, capoluogo del Takhar.
Sabato sono state catturate con la forza le città di Sheberghan, Zaranj, nella provincia meridionale di Nimrozal confine con l’Iran. La situazione reale appare drammatica. Le dichiarazionidei Servizi Segreti parlano di un infiltrazione molto più massiccia delle forze talebane.
A perdere terreno sono i lealisti del Presidente Ashraf Ghani. Le ultime cronache rivelano che gli assedi contro Herat, Lashkar e Gahsono vincenti su tutta la linea.
Le truppe governative, come riportano le fonti locali e le testimonianze dei media e dell’Intelligence restano asserragliate in pochi edifici e caserme isolate. Scarseggiano le munizioni , gli aeroporti sono chiusi o mal funzionanti.
La controffensiva parte da Kabul, appoggiata dalle restanti truppe statunitensi. Tuttavia le azioni risultano inefficaci, a causa dell’evacuazione dei civili stranieri. Sono sempre gli USA ad aver inviato in missione in Afghanistan alcuni bombardieri B-52 e AC-130H Spectreper fermare l’avanzata delle truppe nemiche.
Il Presidente degli Stati Uniti JoeBiden ha fissato al 31 agosto la data finale del ritiro americano, assieme a quello dell’intero contingente internazionale. Per allora la stessa Capitale potrebbe vivere l’incubo dell’assedio, con il ritorno delle milizie etniche in guerra tra loro e la fuga in massa verso l’estero dei cittadini locali. L’incubo è quello della teocrazia talebana, come fu nel periodo compreso tra la metà degli anni Novanta e l’attacco americano nell’ottobre novembre 2001 in risposta agli attentati di Al Qaeda dell’11 settembre.
L’esercito talebano si muove offensivamente e in maniera organizzata su più fronti e contemporaneamente. In primo luogo hanno occupato le zone rurali e le cittadine minori, adesso puntano alle concentrazioni urbane. Dagli accordi di pace con il Presidente Trump nel febbraio del 2020, i talebani hanno evitato di attaccare i contingenti stranieri,ma si sono concentrati contro i governi locali.
Ed è stato subito evidente che nonostante i miliardi di dollari e le infinite ore di lavoro investite dagli Usa e dai loro alleati, compresa l’Italia in anni di addestramento e armamento delle forze di sicurezza afghane, esse non riescano a mettere in sicurezza il Paese.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia