(ASI) L’ incubo è terminato, ma la tensione nel Golfo non accenna a diminuire. E' finito senza danni il "potenziale dirottamento" di ieri, attribuito all' Iran nonostante Teheran abbia sottolineato la propria estraneità, di una nave al largo degli Emirati Arabi Uniti tramite la salita a bordo di otto o nove persone senza autorizzazione.
Lo ha comunicato, nelle ultime ore, l’ ente per la sicurezza marittima britannica, evidenziando che queste ultime hanno abbandonato il mezzo. L' Asphalt Princess battente bandiera di Panama "ora e' al sicuro", ha spiegato dunque l'Ukmto su Twitter, ponendo in risalto che "l'incidente e' concluso".
Il termine a lieto fine della vicenda non ha calmato l’ ira nei confronti della Repubblica Islamica. Quest’ ultima “ha superato tutte le linee rosse che abbiamo fissato nel precedente accordo nucleare e gli mancano ora circa 10 settimane per ottenere materiale, capace di fissione, che permetterà al Paese di sviluppare una bomba” atomica”.
Il ministro degli Esteri israelian Yair Lapid ha lanciato l’ allarme, invitando la comunità internazionale a coalizzarsi contro la nazione dei Pasdaran. Lo ha fatto davanti ai rappresentanti dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ Onu. Il collega della Difesa ha parlato invece della petoliera colpita giovedì. “Saeed Ara Jani è il capo del reparto dell’ esercito che coordina i droni dei Guardiani iraniani della Rivoluzione. E’ l'uomo che è responsabile degli attacchi terroristici nel Golfo dell’ Oman. Ha dato personalmente l’ ordine di attacco”. È il momento dunque dei fatti. “Le parole non bastano. È tempo di azioni diplomatiche, economiche e persino militari", ha evidenziato Benny Gantz.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia