(ASI) L’Argentina attende nuove prove sull’invio di armi in Bolivia nel novembre del 2019 quando un golpe bianco costrinse il presidente Evo Morales a lasciare il paese andino.
L’ambasciatore argentino a La Paz, Ariel Basteiro, ha annunciato, infatti, che presto riceveranno nuovi documenti probatori trovati dal governo boliviano sulla spedizione di materiale bellico, documenti che, stando a quanto si apprende, ratificherebbero il legame dell'ex presidente Mauricio Macri con il colpo di Stato perpetrato contro Morales.
L’indagine relativa al presunto invio di materiale antisommossa argentino non registrata è legata a quella sull’invio di gas lacrimogeni fatta dall’allora presidente ecuadoriano, Lenín Moreno, al governo di fatto di Jeanine Añez nei giorni in cui avvenivano scontri a Sankata e Sacaba nel 2019.
Basterio ha spiegato che la vicenda è nata da una telefonata del ministro delle Comunicazioni, Roxana Lizárraga, con un’alta autorità del governo ecuadoriano.
A questo proposito, il ministro della Difesa boliviano, Edmundo Novillo, ha annunciato il ritrovamento di un “rapporto di entrata o rimessa” dell'Aeronautica Militare che convalida l’arrivo dall’Argentina di munizioni antisommossa, spray al peperoncino e granate.
Questo documento si unisce ad altri simili trovati in Bolivia e che potrebbero avere rilevanza nel successivo corso delle indagini, e nell'incriminazione di funzionari del gabinetto di Macri nel colpo di stato contro l’allora presidente Morales nel 2019.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia