(ASI) La società che opera la Colonial pipeline, il più grande oleodotto Usa, ha pagato un riscatto di quasi 5 milioni di dollari ai pirati informatici di origine russa autori del cyber attacco che ha costretto la compagnia a chiudere l'infrastruttura. La notizia clamorosa è stata riportata oggi nel suo sito.
La società aveva sostenuto invece, nei giorni scorsi, di non voler pagare nulla a riguardo. Tutto ciò è giunto il giorno dopo la firma del presidente Usa Joe Biden di un ordine esecutivo per rafforzare le capacità federali nella cyber sicurezza e incoraggiare il miglioramento degli standard di quella digitale nel settore privato.
Il decreto della Casa Biaca stabilisce una serie di iniziative volte a dotare le agenzie federali di migliori strumenti relativi a tale ambito. Il provvedimento richiede inoltre alle società di software che vendono i loro prodotti al governo di mantenere certi standard di sicurezza e di riferire se sono stati colpiti da hacker.
"E' una decisione del settore privato e l'amministrazione non ha offerto nessun consiglio". Lo ha dichiarato, nel pomeriggio, la vice consigliere per la Sicurezza Nazionale, Anne Neuberger, provando a evitare di dare una risposta diretta alle domande poste dai giornalisti durante la conferenza stampa della Casa Bianca, le chiedevano se Colonial Pipeline abbia pagato il riscatto agli hacker che, la scorsa settimana, hanno bloccato l'oleodotto che garantisce il 50% delle forniture di carburante della East Coast.
Il governo russo "non sembra coinvolto" nel cyber-attacco. Lo ha detto il presidente Joe Biden citando i rapporti di intelligence, precisando comunque che nel parlera' con il presidente russo Vladimir Putin. Mosca dunque per il momento non è accusata formalmente del tragico evento, ma potrebbe esserlo prossimamente. Se ciò accadesse sarebbe un’ ulteriore difficoltà nel ripristino delle relazioni tra le due superpotenze.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia