(ASI) La Russia ha chiesto all'Unione Europea di indagare sulle esplosioni avvenute nel 2014 in un deposito di munizioni ceco a Vrbetice, per le quali Praga ha ritenuto Mosca responsabile, ma quest’ ultima ha respinto ogni addebito.
"Le questioni relative a tale vicenda dovrebbero essere esaminate" da Bruxelles, in quanto ''tutto questo è avvenuto sul territorio” del vecchio continente. Possiamo supporre che l’ evento, a parere degli esperti, violi “una serie di norme e regolamenti in vigore nell'Ue''. Lo ha detto Sergej Lavrov, citato dall’ agenzia di stampa Sputnik.
Il capo della diplomazia di Mosca ha evidenziato la presenza di "indicazioni significative" relative al mancato rispetto anche di convenzioni internazionali, tra cui il Trattato sul commercio di armi ed il Trattato di Ottawa, che vieta le mine antiuomo. "Mi sembra che ora sia il momento giusto per Bruxelles di spiegare in qualche modo cosa sta succedendo nel territorio dei suoi Stati membri", ha ribadito con fermezza.
Il governo di Praga ha denunciato, lo scorso 17 aprile, il presunto coinvolgimento dell'intelligence militare di Vladimir Putin (Gru) nelle deflagrazione che ha causato, quasi 7 anni fa, il decesso di due persone. E’ conseguita così l’ espulsione di 18 dipendenti, dell'ambasciata del Cremlino nella capitale, identificati come agenti dei servizi segreti dello Zar.
Quest’ ultimo ha risposto mandando via 20 diplomatici della controparte, puntando l’ indice contro di lei e rimproverandola di danneggiare le relazioni bilaterali. “Per essere più precisi, le hanno già danneggiate", ha rincarato la dose Dmitry Peskov in conferenza stampa al Cremlino.
Il gruppo, dei paesi di Visegrad, ha condannato i ''deplorevoli atti di aggressione'' di Mosca e il modo in cui ''ha violato il diritto internazionale''. Polonia, Slovacchia e Ungheria hanno criticato inoltre le misure adottate dalla Russia di fronte a quella che considerano una risposta "giustificata" da parte della Repubblica Ceca. Solidarietà a essa anche dalla Bulgaria e dalle Repubbliche baltiche Estonia, Lettonia e Lituania.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia