(ASI) Si è conclusa oggi a Fuzhou, metropoli costiera della provincia orientale cinese del Fujian, la quarta edizione del Digital China Summit. L'evento - tornato regolarmente a svolgersi in primavera dopo il rinvio della terza edizione allo scorso ottobre a causa della pandemia - ha l'obiettivo di presentare al pubblico i più recenti sviluppi nell'ambito dell'applicazione delle tecnologie digitali al mondo dell'industria e dei servizi.
Finalizzata a «stimolare nuove dinamiche dei fattori legati ai dati» e ad «affrontare un nuovo viaggio per la digitalizzazione della Cina», la manifestazione di quest'anno ha visto la partecipazione di colossi del settore come Huawei, Alibaba e Tencent ma anche di aziende meno note all'estero, tuttavia molto innovative, soprattutto in ambiti quali la tecnologia blockchain, il 5G, l'intelligenza artificiale e i big data.
Durante la cerimonia di apertura, Huang Kunming, membro del Politburo e direttore del Dipartimento per l'Informazione del Comitato Centrale del PCC, ha sottolineato l'importanza di perseguire uno sviluppo autonomo, orientato dall'innovazione e di alta qualità nel percorso di costruzione di una «Cina digitale». Stando ai dati dell'Accademia per le Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (CAICT), nel 2019 l'economia digitale cinese aveva già raggiunto un volume d'affari di 35.800 miliardi di yuan (€4.563 mld), pari al 36,2% del PIL nazionale, segnando un ritmo di crescita tre volte superiore rispetto a quello fatto registrare dai settori manifatturieri tradizionali. Nel 2020, il trend si è addirittura rafforzato. Secondo quanto contenuto nel libro bianco sul tema, presentato ieri a Fuzhou dalla stessa CAICT, lo scorso anno l'economia digitale cinese, cresciuta del 9,7%, è salita a quota 39.200 miliardi di yuan (€4.996 mld), pari al 38,6% del PIL nazionale.
Nelle municipalità di Pechino e Shanghai, il dato supera oltre la metà del PIL locale. Grazie al traino di queste ed altre metropoli, in particolare dell'innovativa Shenzhen, si prevede che entro i prossimi sei anni il settore genererà il 50% del PIL nazionale, affermandosi quale motore principale della crescita economica del Paese. Più in generale, il 2020 ha visto il valore dell'economia digitale superare i 1.000 miliardi di yuan (€127,46 mld) in ben 13 suddivisioni amministrative tra province, municipalità e regioni autonome, ed i 500 miliardi di yuan (€63,73 mld) in altre 8.
Nella due-giorni di Fuzhou, oltre a piattaforme di pagamento on-line ormai consolidate da diversi anni come Alipay e WeChat Pay, i partecipanti della manifestazione hanno potuto sperimentare anche il Renminbi digitale, un nuovo sistema di e-payment in fase di introduzione nel Paese, installato nei distributori automatici degli spazi fieristici. Il funzionamento è semplice. Per prima cosa è necessario scaricare un'apposita app sul cellulare e depositare sul proprio conto il denaro desiderato. Questo viene immediatamente trasformato in formato digitale. A questo punto, il processo di pagamento è semplice e immediato: sarà sufficiente scansionare un codice QR sull'app e la transazione avverrà in tempo reale.
Il concetto di sviluppo di alta qualità, già introdotto dal 13° Piano Quinquennale (2016-2020), è stato messo a fuoco nel 2015 con l'avvio di Made in China 2025, un programma finalizzato ad accompagnare ed intensificare il processo di trasformazione della manifattura conferendo assoluta priorità alla produzione e all'offerta di beni e servizi ad alto contenuto tecnologico o comunque di elevata qualità. Questa strategia, rafforzata all'interno del 14° Piano Quinquennale (2021-2025), punta così ad adeguare le capacità produttive e distributive del Paese alle nuove esigenze dei consumatori cinesi in una cruciale fase di passaggio dal vecchio modello di sviluppo, trainato dall'export, al nuovo, trainato dai consumi interni.
Nella sua drammaticità, la pandemia ha imposto condizioni che hanno richiesto l'applicazione emergenziale di tecnologie digitali in diversi settori, dal tracciamento dei positivi alla telemedicina, passando per il trattamento dei pazienti isolati. Durante i primi difficilissimi tre mesi dello scorso anno, la città di Wuhan, primo epicentro mondiale identificato di SARS-CoV-2, ha visto infatti non soltanto il titanico sforzo professionale di migliaia di esperti, medici e infermieri giunti da ogni parte del Paese in soccorso dei colleghi operativi nella metropoli dello Hubei, ma anche l'impiego di strumentazioni del tutto innovative per l'individuazione dei contatti, la diagnosi e l'assistenza a distanza del paziente, come app di tracciamento, infermieri robot e videosistemi di riconoscimento facciale.
Le applicazioni delle tecnologie digitali, tuttavia, sono infinite e coinvolgono anche numerosi settori tradizionali, come il tessile e gli accessori, dove l'automazione ha cambiato il processo di produzione. È il caso di ANTA Sports, multinazionale cinese delle attrezzature e dell'abbigliamento sportivo, con sede a Jinjiang, a circa 150 km dalla stessa Fuzhou. Come riporta Xinhua, nello stabilimento di Xiamen i dipendenti di ANTA Sports non devono più raggruppare i capi per portarli al punto di lavorazione successivo. Grazie ad un sistema di logistica integrata e smistamento intelligente, che sfrutta i big data e l'Internet of Things (IoT), un percorso automatizzato suddivide i modelli e li invia ai diversi piani in base alle esigenze. Il project manager Zhong Xueliang ha spiegato di essersi ispirato ai treni proiettile per progettare questo sistema, che «consente di tracciare i movimenti ad ogni "fermata" del processo di produzione».
Chi pensa che la trasformazione digitale del Paese si limiti all'industria o comunque alle aree metropolitane, deve però ricredersi. Sebbene sia previsto che entro il 2030 la popolazione urbana aumenterà sino al 75% del totale, le aree rurali sono già da tempo oggetto di una vasta opera di rigenerazione, tutela ambientale e modernizzazione agricola, che potrebbe addirittura innescare circostanziati ma significativi processi inversi di trasferimento dalla città alla campagna. Sono decine di migliaia i villaggi che negli ultimi sette anni anni hanno beneficiato degli interventi previsti dal governo e dalle autorità locali nel quadro della cosiddetta rivitalizzazione rurale, un piano dove 5G, AI e IoT caratterizzano nuovi sistemi smart finalizzati al monitoraggio delle coltivazioni, all'incremento della produzione agricola e all'efficientamento energetico.
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia