(ASI) L’ ennesima ostilità. La riconciliazione pare essere ancora un miraggio, una vera e propria utopia. Un raffineria di petrolio è stata colpita, oggi pomeriggio vicino alla capitale dell’ Arabia Saudita Riad, da un drone.
L’ azione non ha causato morti, né feriti e tantomeno, molto probabilmente, gravi danni. E’ divampato però, a causa della deflagrazione, un rogo che è stato domato abbastanza rapidamente. La notizia è stata riferita, nel primo pomeriggio, dal governo del Regno. Il territorio di quest’ ultimo è diventato, soprattutto ultimamente, oggetto di attacchi da parte di velivoli senza pilota lanciati dagli Houthi che risiedono nello Yemen. Essi hanno rivendicato l’ offensiva che, tuttavia, non ha generato interruzione delle forniture di greggio. I ribelli hanno la possibilità di compiere azioni di così ampia portata perchè sono appoggiati ed equipaggiati dall’ Iran. Hanno preso di mira, un paio di settimane fa, persino gli impianti del gigante energetico Saudi Aramco che fornisce l’ oro nero a livello mondiale, scatenando un’ impennata delle sue quotazioni sui mercati. Teheran è impegnata, a sua volta dunque, in un conflitto per procura nello Yemen contro il paese del principe Mohammad Bin Salman. L’ attività bellica prosegue, da ormai diversi anni ed è diventata una delle più gravi catastrofi umanitarie del pianeta. Il Consiglio di sicurezza dell’ Onu, organo con sede a New York preposto al mantenimento della pace e della sicurezza, non riesce ad adottare risoluzioni efficaci a causa del potere di veto esercitato dai 5 membri permanenti in base ai loro interessi divergenti sul campo. La comunità internazionale è dunque paralizzata e non riesce a fermare, in modo definitivo, la tragica carneficina che coinvolge, sempre più senza pietà, in modo del tutto particolare malati, donne e bambini.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia



