(ASI) Non c’è pace per la Siria che diventa, ogni giorno di più, una terra invasa da governi alleati e ostili. Un autentico processo di riconciliazione pare essere così ancora una vera e propria utopia, al pari della tutela dei diritti civili degli autoctoni. Nuovi scontri sono avvenuti infatti ieri tra l'opposizione e le forze del governo lungo l'asse di Al Ankawi situato nel nord-ovest della provincia di Hama.
Il quotidiano panarabo Al Arabi al Jadid ha sottolineato, citando fonti militari, che le forze i ribelli hanno tenuto sotto controllo un tentativo di infiltrazione dei nemici presso il villaggio di quella città. E’ iniziato, una volta preso atto del fallimento dell’ operazione, un intenso bombardamento reciproco.
Le ostilità sono proseguite però anche a Daraa. E’ stato ucciso qui un ufficiale della Quarta divisione, i cui componenti sono guidati da Maher al – Assasd, fratello del presidente Bashar. La vittima era il capitano Amer Khalil Said, deceduto dopo essere stato colpito da diversi proiettili.
E’ il primo omicidio nella regione occidentale del governatorato dopo la fine della campagna militare in cui l'esercito nazionale ha minacciato di aggredire il centro urbano di Tafas, prima di raggiungere un accordo che ha allentato le tensioni all'inizio dello scorso febbraio. Quanto è accaduto, nelle ultime ore, potrebbe condurre a una nuova escalation nell’ area.
Anche la Turchia porta avanti intanto le sue imprese belliche. Ankara ha trasferito alcune truppe, posizionate ad Abin Samaan, Batpo e Kafr Nasih al campo di Al Mastuma, che l'esercito di Ankara ha adottato come base ad ovest di Idlib. Fonti in loco hanno riferito che sono state indette manifestazioni di protesta, promosse dalla popolazione locale, contro la presenza dei soldati della nazione della Mezzaluna guidata dal Sultano Tayyp Erdogan.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia