(ASI) La Casa Bianca ha reso noto pubblicamente che è disponibile a lavorare insieme all’ organo legislativo, cioè al Congresso di Washington, al fine di ridefinire quelle norme, attualmente poco chiare, che chiariscano le procedure di autorizzazione all'uso della forza militare da parte del presidente Joe Biden.

La presa di posizione, dell’ amministrazione che controlla la residenza di Pennsylvania Avenue 1600, è stata assunta dopo che due senatori, uno democratico e uno repubblicano, hanno presentato una proposta di riforma su tale questione in seguito degli attacchi degli Usa contro postazioni iraniane in Siria. Essi sono avvenuti, la scorsa settimana, su ordine del Comandante in capo neo eletto. Il progetto, che si trova al vaglio, abrogherebbe le autorizzazioni del 1991 e del 2002 per l’ avvio dell’ opzione militare (AUMF), ideate durante la campagna in Iraq di quegli anni e che non prevedono una consultazione obbligatoria col Parlamento nazionale. Se la norma venisse approvata, i poteri di aprire ulteriori conflitti, del presidente , sarebbero ridotti. "Siamo impegnati a lavorare con il Congresso per garantire che le autorizzazioni per l'uso della forza militare attualmente in vigore siano sostituite con un quadro specifico e ristretto", ha dichiarato la portavoce, della Casa Bianca Jen Psaki, spiegando che l'esecutivo è aperto ai cambiamenti. Queste parole non sembrano trovare immediatamente riscontro nella realtà, in quanto Biden ha mostrato, diversamente da predecessore il tycoon Donald Trump, di essere più propenso a lanciare bombe e missili. E’ difficile prevedere che cosa potrebbe succedere nel prossimo futuro, in quanto si sono intensificate le minacce contro i soldati e le strutture del Pentagono in Medioriente. La situazione rimane pertanto estremamente incerta e tesissima sia in quella regione del mondo che nell’ intera comunità internazionale.

Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia

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