(ASI) L’ Artico diventa, da oggi in particolare, uno dei più importanti epicentri della nuova Guerra Fredda 2.0. Sale infatti la temperatura, dal punto di vista geopolitico, tra Mosca e Washington.
Entrambe le superpotenze detengono qui interessi nettamente contrapposti e apparentemente inconciliabili. La promessa è stata dunque mantenuta. I 4 bombardieri americani B1B Lancer sono giunti a Orland, in Norvegia al confine con la Russia, partendo dalla Deyess Air Force Base in Texas. L’annuncio di tale mossa era stato fatto trapelare, qualche settimana fa, da fonti del Pentagono alla tv Usa Cnn. “I velivoli opereranno, per la prima volta, fuori dalla Norvegia”, è possibile leggere, in una nota diramata nelle ultime ore, dalle forze aeree statunitensi. I velivoli effettueranno una missione di addestramento, pianificata da tempo, sorvolando diversi Paesi. Il fine sarà quello di migliorare la sicurezza, cioè l’interoperabilità con gli alleati e i partner del vecchio continente. C’ è però chi non sta più nella pelle. “Non vedo l’ora di mostrare la capacità di operare da questa nuova posizione”, ha confidato il numero uno, delle forze dell’aeronautica d’Oltreoceano in Europa, il generale Jeff Harrigan. Il militare di alto rango, dell’ esercito a stelle e strisce guidato da Joe Biden, pare disinteressarsi così del rischio di pericolose provocazioni che potrebbero mettere a rischio la sicurezza mondiale.
La portavoce, Maria Zakharova, del ministero degli Esteri del Cremlino aveva definito, all’ inizio di febbraio, tutto ciò come un altro passo volto a militarizzare la regione, causando una minaccia alla sicurezza della nazione di Vladimir Putin. Il suo dicastero della Difesa ha schierato, in risposta, almeno cinque caccia intercettori, MIG – 31 BM nell’ arcipelago di Novaya Zamlya, pronti a decollare in qualsiasi momento per tutelare i vasti territori governati dallo Zar.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia