(ASI) La temperatura pare salire di giorno in giorno. La febbre cresce a causa dei continui botta e risposta, tra i due giganti, che fanno tremare l’ intera comunità internazionale, richiamando alla mente le pagine più buie della sua storia recente.
Non accenna a diminuire infatti la tensione tra gli Stati Uniti e la Russia. Sono ormai molte le divergenze tra le due superpotenze. La parte americana vuole però ora vendicarsi con la scusa, possibile casus belli informatico, di porre un argine alla “inaccettabile aggressione”. Tutti si augurano che non inizi un pericoloso vortice, di reazioni e controreazioni, che potrebbe portare la situazione geopolitica, su scala planetaria, fuori controllo. L’ultimo a fare la voce grossa è stato ieri un alto esponente della Casa Bianca. Indaghiamo in merito alle modalità in cui è stato attuato il più ampio attacco cyber mai avvenuto, noto come “SolarWinds”, contro il nostro governo e qual è l'entità del danno. Lo ha detto, durante la trasmissione “Face the Nation” in onda ieri sul canale televisivo Usa Cbs, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan. “Ci stiamo lavorando ora. Ci vorranno settimane, non mesi – ha aggiunto -, prima che sia pronta una risposta. Essa includerà un mix di strumenti visibili e invisibili. Non si tratterà semplicemente di sanzioni”. “Faremo in modo – ha promesso - che il Cremlino capisca dove abbiamo tracciato il confine in merito a questo tipo di attività”. Il neo presidente, Joe Biden, aveva già puntato l’indice, all’ inizio di gennaio a breve distanza dal suo insediamento avvenuto alla fine di quel mese nella capitale, contro il Cremlino. L’intelligence di Washington ha specificato, negli ultimi giorni però, che l’ offensiva è ancora in corso e ha l’obiettivo di raccogliere le informazioni riservate. Vladimir Putin non vorrebbe dunque arrecare danni alla nazione d’Oltreoceano. L’elemento in questione non tranquillizza nessuno.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia