(ASI) E’ la prima volta, dal 2017, che un evento del genere non avveniva nella nazione dello Zar. E’ iniziata oggi infatti la missione, di tre giorni a Mosca, dell’Alto rappresentante dell’Unione europea Josep Borrell.
Quest’ultimo ha dichiarato, poco prima dell’ incontro con l’omologo Sergej Lavrov, che le relazioni con la controparte sono arrivate “a un punto critico”. Ha evidenziato tuttavia l’esistenza di una connessione, da ambo i fronti, invitando a “non costruire un muro” poiché, tale circostanza, “non rappresenta un’ opzione”. Il responsabile della diplomazia del Cremlino, Serghei Lavrov, ha ammesso subito dopo la presenza delle difficoltà, descritte dal proprio interlocutore, definendo la situazione che si è creata “malsana”. Ha ricordato che entrambi “siamo stakeholder della regione Euroasiatica”, auspicando dunque la concretizzazione di “una conversazione franca” e finalizzata alla risoluzione delle problematiche. Esse sono, al momento, molto numerose e rendono impossibile la piena normalizzazione dei rapporti.
Ha contestato poi le “sanzioni unilaterali e illegittime” imposte, dal vecchio continente, sulla base di “false valutazioni”. Siamo abituati alle restrizioni – ha puntualizzato - e costruiamo la nostra vita sulla premessa che “l’Ue non sia un partner affidabile in tale fase particolare”. Ha auspicato che essa attui, nel corso del prossimo summit a Bruxelles, “un approccio professionale e costruttivo”. I due esponenti hanno avuto il dialogo previsto. Il rappresentante dei 27 paesi ha escluso al termine, almeno per il momento, le sanzioni ventilate per il caso di Alexiei Navalny di cui ha chiesto, comunque, la liberazione immediata, un processo equo e la possibilità di incontrarlo (l’ipotesi viene vista come remota). Ha domandato anche la scarcerazione dei dimostrati fermati durante le manifestazioni, non autorizzate dalle autorità, in sostegno del blogger. I sit – in hanno avuto luogo, per due settimane consecutive e martedì scorso, in 65 città. Anche gli altri partner occidentali fanno eco. Gli Stati Uniti hanno minacciato una “dura risposta”, di Joe Biden nei confronti di Vladimir Putin, affinchè ci possa essere una rapida conclusione positiva della vicenda.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia