(ASI) La sentenza è arrivata ieri dal tribunale di Mosca. Alexiei Navalny è stato condannato, come previsto, a 3 anni e 5 mesi di reclusione, tempistica ridotta però di 12 a causa della pena già scontata.
Le proteste sono scoppiate immediatamente. Esse sono avvenute, in seguito a quelle di domenica scorsa e del fine settimana precedente, in tutta la città e a San Pietroburgo. La richiesta è partita dai collaboratori del leader dell’opposizione del Cremlino, ma non ha ricevuto l’autorizzazione delle autorità competenti. Sono state così 1386 le persone fermate per aver preso parte ai cortei, definiti pertanto “illegittimi”. Lo ha riferito, in tarda notte, l’ong OVD – Info. La polizia, secondo molte fonti locali, avrebbe usato la forza per reprimere le iniziative di piazza. L’ Unione europea ha condannato il verdetto della corte, che ha giudicato il blogger, “poiché contiene una motivazione politica ed è in contrasto con gli obblighi mondiali in materia di diritti umani”. Lo ha riferito l’Alto rappresentante, per la politica internazionale del vecchio contenete, Josep Borrell a nome dei 27 paesi membri. Bruxelles ha ribadito quindi la richiesta di rilascio immediato dell’antagonista di Vladimir Putin e dei dimostranti incarcerati. Torneremo sulla questione – ha ricordato il funzionario – durante il “prossimo Consiglio Affari esteri per discutere le implicazioni e le possibili ulteriori azioni”. Anche il numero uno della Casa Bianca, Joe Biden, ha reso noto che consulterà gli alleati per dare “una risposta”, ribadendo le medesime richieste, dei partner occidentali, allo Zar. E’ stata durissima la reazione di colui che guida la diplomazia di quest’ultimo. “L’isteria sta passando il segno”, dal momento che è esagerata, ha ammonito dunque Serghiei Lavrov. Egli ha tenuto a precisare che le leggi locali sui raduni sono particolarmente dure. La giustificazione non è piaciuta alla Germania di Angela Merkel. La cancelliera tedesca ha precisato che sono allo studio, a livello di Ue, sanzioni molto pesanti al fine di raggiungere una conclusione positiva della vicenda.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia