(ASI) E’ golpe. Il premier birmano, Aung San Suu Kyi, è stato "arrestato" con alcuni funzionari, nelle ultime ore nella capitale Naypyidaw, dai militari poco prima della riunione inaugurale del Parlamento recentemente insediato.
Il primo ministro ha chiesto al popolo di non accettare il colpo di stato. Lo ha detto, all'agenzia di stampa France Presse, un portavoce del partito, della premio Nobel per la pace consegnato nel 1991, la Lega nazionale per la democrazia (LND). Essa è stata ampiamente criticata, in passato a livello internazionale, per la gestione della crisi musulmana Rohingya, ma viene molto ben vista dalla maggioranza della popolazione locale. Tutti i poteri sono passati temporaneamente dunque da ieri al capo delle Forze armate, ovvero al generale Min Aung Hlainging. La decisione è stata annunciata dall'esercito poco dopo la proclamazione dell’ emergenza, su tutto il territorio, per un anno. La giuda ad interim di quest’ultimo è stata affidata così a Myint Swe, che era uno dei due vice della leader destituita.
La ribellioni sono iniziate a causa delle denunce, lanciate nelle ultime settimane, di frodi durante le elezioni legislative, svolte lo scorso novembre, vinte in modo schiacciante dal partito al potere. L’appuntamento alle urne non è stato, col pretesto delle misure restrittive in vigore per fronteggiare la pandemia legata al Coronavirus, liberò né equo, ha denunciato in conferenza stampa qualche giorno fa, il maggiore generale Zaw Min Tun. I soldati hanno sostenuto di aver identificato milioni di brogli elettorali. Più di una dozzina di ambasciate, tra cui quella degli Stati Uniti e la delegazione dell'Unione Europea, avevano spinto venerdì ad "aderire a standard democratici". “La volontà della popolazione è chiaramente emersa e va rispettata”, ha commentato la Farnesina in un comunicato stampa. “Chiediamo un immediato rilascio dei detenuti”, ha domandato l’Alto rappresentante del vecchio continente, Josep Borrell, esprimendo una dura condanna per quanto è accaduto. Gli ha fatto eco la presidente della Commissione di Bruxelles, Ursula Von der Leyen, che ha evidenziato la necessità di restaurare il legittimo governo civile.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia