(ASI) Il clima è sempre più esplosivo e ha evidenti conseguenze geopolitiche nei rapporti tra est e ovest. Secondo fine settimana di proteste, in tutta la Russia, contro la detenzione del rivale del numero uno di Vladimir Putin, Alexiei Navalny.
La comunità internazionale preme per la sua liberazione, insieme a quella dei sostenitori messi in carcere per la loro adesione a eventi non autorizzati dal governo. Il terzo potrebbe tenersi martedì, nonostante i consueti divieti delle autorità, quando la pena del condannato dovrebbe diventare definitiva. Il tribunale distrettuale Simonovsky della capitale avrebbe in programma di emettere, proprio quel giorno, la sentenza in tale senso. Sono stati intanto almeno 5.414, tra cui 82 giornalisti, i dimostranti fermati durante i violenti scontri di ieri con la polizia. Il bilancio è stato fornito dall' ong Ovd-Info. “Anche oggi condanno gli arresti di massa e l'uso sproporzionato della forza contro dimostranti e cronisti", ha detto 24 ore fa l'Alto Rappresentante , dell’Unione europea, Josep Borrell. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha denunciato le "tattiche brutali" contro i manifestanti. Immediata la replica della controparte. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov citato dall’agenzia di stampa Interfax, ha comunicato che la polizia ha agito “in modo duro, ma nell’ambito della legge”, per rispondere ad “azioni provocatorie”. Non ci sarà mai nessun dialogo – ha assicurato – “con i teppisti, specificando di non voler prendere in considerazione le accuse della neo amministrazione Usa guidata da Joe Biden. Il ministero degli Esteri ha bollato, sul proprio profilo Facebook, come "grossolane interferenze" nelle questioni interne di Mosca. Tutto ciò dimostra dunque, a parere del dicastero guidato da Sergej Lavrov, l’inaccettabile “regia di Washington dietro i sit – in”. Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza dello Zar citato dall’ organo di informazione Tass, ha descritto il dissidente, che ha mobilitato l’intera nazione, come una "canaglia politica". Lo ha accusato così di attuare tentativi, “cinici e spregiudicati”, per arrivare al potere. Anche la moglie, Yulia Navalnaya, è stata arrestata, rilasciata dopo qualche ora e multata per 20mila rubli (circa 210 euro), per aver preso parte alle iniziative di piazza a favore del marito.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia