(ASI) Un allarme, rivelatosi falso, ha interessato ieri pomeriggio Capitol Hill. Ci sono stati momenti di particolare allerta a causa di un incendio nelle vicinanze del tempio della democrazia americana.
Un portavoce dei vigili del fuoco di Washington ha spiegato però, dopo un primo momento di notevole preoccupazione, che le fiamme e il fumo intenso avevano avvolto, non lontano dal Congresso, una tenda di senzatetto all’interno di un accampamento situato sotto un ponte dell’area. L’episodio dimostra quanto la tensione nella capitale sia decisamente alta, in seguito agli scontri avvenuti il 6 gennaio in Campidoglio da parte dei fans di Donald Trump per impedire, all’ organo legislativo, la ratifica della vittoria del suo rivale. Il timore di ulteriori disordini è sempre più elevato infatti per l’inaugurazione dell’era Biden. Emergono già i progetti che saranno attuati immediatamente dalla nuova amministrazione. Il leader entrante firmerà, nel suo primo giorno di presidenza che inizierà domani 20 gennaio con l’insediamento alla Casa Bianca, un ordine esecutivo per fermare le condanne a morte, ripristinate da Donald Trump dopo uno stop durato 17 anni, nei confronti dei reati federali. La notizia è stata riportata, nelle ultime ore, dal giornale Politico. Il partito democratico Usa ha lanciato, formalmente intanto, la proposta di abolire definitivamente tale pratica che toglie la vita. Il tycoon concederà, a breve nel frattempo già oggi, la grazia e commuterà la condanna inflitta a circa 100 persone (escluso se stesso) tra cui, in via preventiva, alcuni componenti della sua famiglia. Il nome del comandante in capo uscente, contrariamente a quanto divulgato in precedenza, non dovrebbe comunque comparire all’ interno dei documenti con cui saranno autorizzati tali provvedimenti. Le persone interessate dall’amnistia, in base a quanto si è appreso, sono funzionari di alto rango coinvolti in accuse penali, rapper decisamente noti al grande pubblico, vecchi amici ed ex alleati come Steve Bannon, o il già sindaco di New York Rudolph Giuliani.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia