(ASI) Gli Stati Uniti graziano l’Italia che è il principale esportatore di vino negli Stati Uniti per un valore di oltre 1,5 miliardi di euro nel 2019, in leggero calo del 5% quest’anno per effetto della pandemia Covid.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi nove mesi dell’anno in occasione dell’annuncio degli Stati Uniti dell’applicazione di tariffe aggiuntive all’importazione di "parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, vini e alcuni brandy francesi e tedeschi, che saranno aggiunti all'elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021. L’annuncio avviene proprio in occasione nell’accordo tra Ue e Cina sugli investimenti, non gradito agli Usa, che ha visto il protagonismo dei leader dei due Paesi Angela Merkel e Emmanuel Macron.
Il vino italiano è stato salvato – sottolinea la Coldiretti - ancora una volta dai dazi americani che invece si sono accaniti di nuovo nei confronti della Francia che è il principale concorrente del Made in Italy su quel mercato. Gli Stati Uniti – continua la Coldiretti – sono il principale consumatore mondiale di vino e l’Italia è il loro primo fornitore con gli americani che apprezzano tra l’altro il Prosecco, il Pinot grigio, il Lambrusco e il Chianti che a differenza dei vini francesi erano scampati anche alla prima black list scattata ad ottobre 2019.
Si tratta – continua la Coldiretti - di un nuovo capitolo della guerra commerciale che contrappone l’Unione Europea agli Stati Uniti nella disputa sugli aiuti al settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus sulla quale è intervenuto anche in Wto autorizzando prima gli usa e poi l’Ue ad applicare dazi.
A far scattare la nuova ritorsione – precisa la Coldiretti - sono state proprio le tariffe aggiuntive europee entrate in vigore il 10 novembre scorso sui prodotti Usa del 15% per gli aerei che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate americane insieme a trattori, consolle e video giochi. Una misura autorizzata dal Wto dopo che gli Usa avevano deciso dal 18 ottobre 2019 in Usa una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’Unione Europea, per iniziativa di Donald Trump, In particolare i dazi aggiuntivi Usa colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro su prodotti come Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.
“Con l’elezione del nuovo presidente Usa Biden occorre ora avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 2,8% nei primi nove mesi del 2020”.