"L'attentato contro i militari italiani è un altro esempio dell'altissimo costo umano che siamo costretti a pagare per una missione fondamentale per la nostra sicurezza nazionale". Lo ha detto il Ministro Franco Frattini, esprimendo "profondo dolore" per la morte di quattro militari in un’imboscata a Farah, il 9 ottobre scorso. "Sono vicino alle famiglie - ha aggiunto - ed esprimo personalmente e a nome della Farnesina il mio più sincero cordoglio per la perdita subita. Auguro la più pronta guarigione al militare italiano ferito".
Quella in Afghanistan, ha sottolineato il Ministro, è una missione "fondamentale" per bloccare il terrorismo: "I terroristi che minacciano l'Europa vengono purtroppo da quelle aree di crisi e instabilità ed è nostro dovere respingerli per non dare loro la possibilità di avvicinarsi alle nostre case e alle nostre famiglie".E proprio sul futuro della missione, ha spiegato il Ministro, "siamo assolutamente impegnati affinché a partire dal prossimo Vertice Nato a Lisbona, a novembre, si possa definire la nuova fase di transizione della strategia internazionale in Afghanistan e venga accelerata, provincia per provincia, l'assunzione delle responsabilità di sicurezza e controllo del territorio da parte dalle forze afgane". Già il 18 ottobre, a Roma, ci sarà una riunione dei Rappresentanti Speciali dei Ministri degli Esteri per l'Afghanistan ed il Pakistan, e sarà “l’occasione per fare il punto”. Il 2011, ha aggiunto, "deve essere l'anno di inizio del ritiro" e "da qui al 2014 vedo una riduzione complessiva del contingente combattente, che è la stragrande maggioranza, e un mantenimento dei nostri formatori, i quali sono 500 e diventeranno 700".
L’ennesimo attacco al contingente italiano ha poi riproposto il tema del potenziamento delle dotazioni militari. In posti come Farah, ha spiegato infatti il Ministro, "le operazioni antiterrorismo hanno liberato villaggi dalla morsa dei talebani, e questo ha reso quelle zone più pericolose, ciò mette le nostre forze combattenti direttamente allo scontro con i terroristi". Quindi, "in una situazione cambiata è giusto che il Parlamento sia messo in grado di decidere, confermare ed eventualmente riconsiderare se noi si debba far ricorso a tutto il potenziale offensivo del quale disponiamo". Allo studio, ha spiegato, c’è anche "la possibilità di armare meglio i nostri aerei da combattimento. Hanno ora solo mitragliatrici, le bombe potrebbero aumentare l'efficacia della loro azione di scorta ai convogli".