(ASI) Continuano in Guatemala le proteste contro il presidente Giammattei.
Sono ormai tre settimane che nel piccolo paese centroamericano vanno avanti le manifestazioni contro l’Esecutivo a causa della profonda crisi politica che ha colpito la nazione.
Circa mille guatemaltechi hanno manifestato questo sabato per il terzo fine settimana consecutivo per chiedere le dimissioni del presidente, Alejandro Giammattei, e dei deputati del Congresso. Le principali protagoniste della protesta sono state studentesse universitarie e gruppi femministi che hanno lanciato slogan contro Giammattei, il cui governo dal 20 novembre è in crisi politica.
La segretaria generale dell’Associazione degli studenti universitari (Aeu) dell'Università di San Carlos, Laura Aguiar, ha dichiarato: “Chiediamo alla popolazione di unirsi alle nostre azioni”; alle proteste si sono aggiunti anche studenti provenienti da alcune università private che hanno sottolineato la necessità di cambiamenti strutturali per migliorare le condizioni del Paese, uno dei più poveri e corrotti dell'America Latina secondo le stime e i rapporti delle organizzazioni internazionali.
Le manifestazioni contro Giammattei, davanti al Palazzo Nazionale della Cultura (sede del Governo), sono iniziate sabato 21 novembre e si ripetono da tre settimane consecutive; le proteste sono iniziate dopo che il Congresso, dove Giammattei ha la maggioranza per via delle alleanze, ha approvato il 18 novembre un progetto di bilancio dello Stato per il 2021 con tagli importanti in ambito sociale. A ciò si è aggiunta la richiesta del vicepresidente guatemalteco, Guillermo Castillo, che il 20 novembre ha esortato Giammattei a dimettersi insieme.
I leader studenteschi hanno parlato per diversi minuti davanti alla folla e hanno avvertito che “il problema non è il budget, ma il sistema esclusivo, razzista e patriarcale” in cui vivono i 16 milioni di guatemaltechi, con il 59% della popolazione sotto la soglia di povertà.
“La gente, presente, non ha un presidente” era uno degli slogan scanditi dagli studenti, mentre un altro gruppo di manifestanti scriveva a lettere giganti davanti alla sede del governo “Guate senza paura”.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia
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