(ASI) Donald Trump è tornato nelle ultime ore ad accusare pubblicamente la Cina, di essere colpevole della diffusione su scala planetaria del Coronavirus, nonostante non abbia ancora mostrato le prove in suo possesso.
La diretta interessata, tutta la comunità internazionale e il mondo scientifico attendono quindi di prenderne visione. La crisi provocata dalla diffusione del Covid – 19 "e' peggio di Pearl Harbour o dell'11 settembre", ha affermato ieri il capo della Casa Bianca, aggiungendo che tutto ciò "non sarebbe mai dovuto accadere". Ha sostenuto così la maggiore gravità dell’emergenza, legata alla devastante infezione nei cinque continenti, rispetto all’attacco giapponese, avvenuto il 7 dicembre 1941 nell’arcipelago delle Hawaii, contro le forze militari degli Stati Uniti. L’azione ha sancito la loro entrata nella seconda guerra mondiale, facendo cadere il forte presupposto di rimanerne al di fuori. Il suo paragone si è esteso però anche ai più recenti attentati , accaduti nel 2001 ai danni delle Torri Gemelle di New York, attribuiti ad Al Qaeda e definiti all’epoca come la più grave azione terroristica, dal 1945, in tempo di pace. La retorica accesa del tycoon potrebbe generare ulteriori tensioni tra le due superpotenze. Il presidente del gigante asiatico, Xi Jinping, ha ricevuto recentemente un rapporto allarmante dai servizi segreti della sua nazione. L’intelligence ha indicato infatti un aumento delle probabilità di un conflitto militare diretto contro gli Usa. Il documento ha specificato inoltre che un grado così acceso, di ostilità della controparte, non si vedeva dai tempi dei tragici eventi, di piazza Tienanmen, avvenuti nel 1989. Rimane alta la preoccupazione, intanto, anche per quanto potrebbe accadere nel Mar Cinese meridionale, dove il Pentagono continua a rivendicare la propria libertà di navigazione che è percepita però come una precisa di volontà di contenimento dell’influenza strategica cinese. Una nave da guerra a stelle e strisce è stata scortata, fuori dall’area, da una di Pechino. La zona è contesa da molti anni dalle autorità di quest’ultima, ma anche da numerosi paesi che si affacciano su quelle acque, a causa della presenza di giacimenti di gas e di altri interessi economici rilevanti.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia