(ASI) L’economia cilena cresce più delle previsioni. Solo lo scorso gennaio è stata registrata una crescita dell’1,5% rispetto a 12 mesi prima, oltre mezzo punto in più delle più rosee prospettive che sostenevano che il paese non sarebbe arrivato all’1%.

 

Stando ai dati diffusi dalla Banca centrale di Santiago del Cile le serie destagionalizzate sono aumentate dell'1,3% rispetto al mese precedente e dell'1,7% in dodici mesi. La crescita dell'1,5% è inoltre la migliore performance economica mensile dall'inizio della crisi sociale dello scorso 18 ottobre.

L’indicatore minerario è invece cresciuto del 2,2%, mentre l’indicatore non minerario è aumentato dell’1,5%. Quest'ultimo aumento si spiega grazie alle prestazioni dei servizi e dalle attività di costruzione. Il governo locale, attualmente alle prese con una forte crisi sociale e la ripresa delle manifestazioni di piazza ha ovviamente espresso grande soddisfazione per questi risultati, con il ministro delle Finanze Ignacio Briones, ha sottolineato la ripresa arrivata dopo il debole quarto trimestre del 2019, pur invitando tutti a guardare lo scenario con cautela a causa dei rischi interni ed esterni che continuano a minacciare l’economia cilena.

“La crescita dell’1,5% - ha detto - è positiva, ma come ho fatto quando ho commentato l'Imacec (indice mensile di attività economica) di dicembre, questi numeri devono essere esaminati con cautela, non dobbiamo anticipare le conclusioni e non possiamo abbassare la guardia a causa dei rischi interni e esterni che abbiamo sul tavolo. È comunque positivo che ci siamo allontanati dagli scenari più pessimistici”.

Secondo Briones questi buoni risultati sono dovuti anche alla riduzione delle violenze di piazza ed al mantenimento dell’ordine pubblico, due fattori essenziali “affinché l’economia continui su un percorso di espansione nei prossimi trimestri”.

Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia

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