(ASI) "L’Unione Europea non ha una propria politica estera e di difesa. Emerge in tutta evidenza proprio ora nei due scenari in cui avrebbe dovuto e potuto svolgere un ruolo decisivo. In Libia è stata la Francia a fare da apprendista stregone ed ora a contendersi il Paese non sono più le potenze europee ma le Nazioni Sunnite in una guerra civile per procura. Nel Golfo Persico si rischia una lunga e devastante guerra che taglierà le fonti energetiche dell’Europa. Se nemmeno di fronte a queste minacce la Ue trova la forza di reagire è davvero finita".

 

Lo dichiara il senatore di Fratelli d'Italia Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir e componente della Commissione Esteri, in un'intervista pubblicata sul sitowww.fratelliditaliasenato.it.

"Il rischio per l’Italia è enorme - sottolinea Urso - le due aree di nostro prioritario interesse sono diventate una polveriera. Siamo la Nazione che rischia di più. Sono minacciate le nostre rotte di approvvigionamento energetico, rischiamo sul fronte della immigrazione e del terrorismo, perdiamo mercati in cui eravamo i primi partner, è in gioco il ruolo del nostro Paese e le sue prospettive future. In più abbiamo migliaia di militari proprio in quelle aree: a Misurata in Libia, in Iraq, in Afganistan e soprattutto in Libano. Siamo il Paese più esposto, dobbiamo esserne consapevoli e agire di conseguenza. Tre devono essere le nostre coordinate: tutelare i nostri militari nelle Regioni, preservare i nostri interessi nazionali, coordinare la nostra azione all’interno dell'Alleanza Atlantica e nel quadro degli impegni internazionali assunti".

"Il governo - conclude Urso - ha gravissime responsabilità e tanto più il precedente: potremmo dire in questi anni grillini 'solo chiacchiere e distintivi'. Ma essendo la situazione davvero grave, dobbiamo tutti dimostrare un grande senso di responsabilità. È il momento di agire, se possibile in modo coeso, non di processare chi ha sbagliato. Da parte nostra siamo disponibili a dare il nostro massimo sostegno all'azione che il Paese dovrà intraprendere per evitare di essere spazzato via dai teatri di maggiore interesse nazionale. Siamo consapevoli che è in gioco il destino della Nazione e non solo di questo governo. E quando è in gioco il destino della Nazione noi ci saremo sempre. Il governo venga in Parlamento a definire postura e campo di azione e poi agisca di conseguenza".

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