(ASI) La Turchia "andrà fino in fondo" nelle attività in corso contro i curdi. Lo ha dichiarato in mattinata il presidente Recep Tayyip Erdogan, confermando l'intenzione di proseguire le operazioni militari nella Siria nordorientale, nonostante le possibili sanzioni economiche internazionali.
"Siamo determinati e finiremo quello che abbiamo iniziato", ha aggiunto, specificando di aver ricevuto il via libera da Vladimir Putin in merito all’avvio delle azioni belliche nella zona di Kobane. Il portavoce del Cremlino non ha voluto commentare quest’ultima affermazione, pur confermando che sono avvenuti contratti tra i due leader e fra le rispettive strutture militari. Dmitri Peskov ha chiarito però che è impensabile un coinvolgimento, a fianco dei curdi e dei soldati alleati di Damasco in chiave anti - turca, della Russia. Una fonte vicina allo Zar ha ricordato, tuttavia, che quanto sta accadendo “non è pienamente compatibile con l’integrità territoriale della Siria”. L’alleanza sancita tra l’etnia odiata dal Sultano e l’esercito di Bashar al – Assad , che ha preso possesso di alcuni territori semiautonomi gestiti dai curdi per fronteggiare il nemico, non ha fermato le truppe di Ankara che hanno sferrato così l’offensiva, con l’Esercito libero siriano, nella zona di Manbiji. Essa non era compresa inizialmente nella “safe zone”, ad est dell’Eufrate, perché è situata ad ovest del fiume. Fonti locali hanno riferito, nel frattempo, che le forze speciali inglesi, francesi e americane andranno via dall’area dei combattimenti. Cresce intanto l'allarme poiché sono arrivati a 200mila i profughi e a un milione e mezzo le persone che hanno bisogno di assistenza sanitaria, ha riferito l’Organizzazione mondiale della sanità. Riunione, oggi a Lussemburgo, del Consiglio degli Affari Esteri dell’Unione Europea. I membri hanno espresso una fortissima condanna nei confronti dell’aggressione che sta avvenendo nel paese arabo da parte della nazione della Mezzaluna. Il capo della Farnesina, Luigi Di Maio, ha confermato che l’Italia bloccherà le esportazioni di armi verso quest’ultima, ma l’iniziativa non sarà seguita da tutti i suoi colleghi del vecchio continente.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia