(ASI) “C’è stata una mossa distensiva, in occasione dell’ultimo G20 svolto ad Osaka in Giappone, tra Usa e Cina, soprattutto a livello politico.
Donald Trump è stato infatti, due giorni dopo, il primo presidente a mettere piede in Corea del Nord, andando oltre la linea demilitarizzata, per pochi minuti. Questo non sarebbe successo senza il via libera” di Pechino. Lo ha dichiarato George Guido Lombardi in un’intervista ad Agenzia Stampa Italia. Tale visita al numero uno di Pyongyang Kim Jong Un – ha aggiunto l’autore del libro “Codex: la chiave segreta dell’economia e della politica” – “ha un significato storico, simbolico e politico,” poiché il leader della Casa Bianca ha lanciato il messaggio “che è ora di finire la guerra di Corea, mai ufficialmente terminata, ma fermata grazie ad un armistizio”. L’evento internazionale, che si è svolto nel territorio del Sol Levante tra le 20 nazioni del mondo più sviluppate, è stato l’occasione anche per un faccia a faccia informale tra il tycoon e il suo omologo russo Vladimir Putin. Entrambi – ha spiegato lo scrittore – “vorrebbero avere buoni rapporti, ma ci sono altri attori internazionali che cercano di dividerli”. Le grandi questioni di politica estera non sono le uniche però che tengono banco oltreoceano, dal momento che è iniziato il percorso verso le primarie per scegliere i contendenti che si sfideranno alle prossime presidenziali. “Joe Biden, siccome è membro dell’entourage di Obama, del clan dei Clinton e sta nel partito democratico, da più di quarant’anni, ha molte più probabilità di essere nominato”, come candidato alla Casa Bianca, dalla sua realtà politica “che non qualsiasi altro sconosciuto”. Vi è ora, nel partito Repubblicano, “un’unità che non esisteva prima dell’arrivo di Trump”. Anche se molti “non sono perfettamente a loro agio con le sue politiche”, nessuno osa sfidare colui che “è stato eletto con 60 milioni di voti” poiché “sarebbe una perdita di tempo e aiuterebbe l’opposizione”. Il dibattito pubblico a Washington verte anche sulla questione dei migranti. “La spaccatura nella popolazione – ha puntualizzato il noto analista – è dovuta alla propaganda, a volte addirittura violenta da parte della sinistra sia americana e sia europea, contro i nemici dei flussi migratori che sono stati preparati e pagati solo per portare voti dalla loro parte. Tale acquisto di consensi, a costo di miseria, di difficoltà, di pene e tragedie umane sia in Europa che negli Stati Uniti, purtroppo è molto simile”. Le mafie internazionali “sfruttano questa povera gente per portare voti a una sinistra che è terribilmente corrotta e moralmente disastrata”. Credo che si stia sviluppando, tuttavia, un movimento internazionale composto da cittadini “aperti al liberalismo nel senso economico, di idee e di prodotti, però nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali”. Tutto ciò si contrappone alla globalizzazione, verso cui invece stiamo andando, che rappresenta “un’anarchia totale”.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia