Cina. Il "progresso" che avanza: robot al posto degli operai
(ASI) Nei prossimi tre anni 300.000 robot potrebbero sostituire gli operai del colosso di elettronica cinese Foxccon nelle fabbriche. Questo è quanto ha dichiarato, illustrando il piano di sviluppo dell'azienda per i prossimi anni, Terry Gou, presidente della Foxccon.
Questa azienda è tristemente nota, poichè lo scorso anno fu teatro di una serie di suidici da parte di suoi operai, frustrati da condizioni di lavoro disumane a causa dei turni massacranti che prevedono una media di cento ore di straordinari al mese. Oltretutto, gli stessi operai, giovani immigrati provenienti dalle zone più povere della Cina, si trovano relegati a vivere in quartieri-ghetto costruiti dalla stessa Foxccon nei pressi delle fabbriche, al fine di alienare i suoi dipendenti da ogni attività extra-lavorativa.
Una serie di agitazioni nelle fabbriche delle multinazionali presenti nel sud della Cina portarono, a seguito dei suicidi, ad un incremento medio dei salari del 20%. Oggi la Foxccon, che è di proprieta taiwanese, impiega oltre 100.000 operai, ma si stima che il loro numero arriverà in pochi mesi a toccare quota 300.000. Ovvero il numero di robot che l'azienda intende preparare per sostituirli.
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