(ASI) Londra - Dopo che più di 30 dissidenti del partito si sono ribellati contro il governo votando a favore dell’emendamento Letwin, in alternativa al piano di May, i membri dell’ERG hanno paura che continuare a fare ostruzione non sia poi così producente per l'Inghilterra.
Alla fine un deal potrebbe essere molto meglio di un divorzio senza accordo o di una revoca dell’articolo 50.
È lo stesso capo del partito Rees-Mogg ad accennare a questa possibilità affermando di essere pronto ad appoggiare il deal di May in un'eventuale terza votazione. Il motivo è che abbandonare l’area UE alle condizioni imposte dal withdrawal agreement sarebbe uno scenario da preferire a quello di non lasciare mai il blocco.
Dopo la svolta del leader di ERG che da mesi May cerca di convincere, il valore della sterlina sta risalendo. I mercati tornano quindi a sperare che uno scenario “no deal” possa essere scongiurato.
I 10 deputati unionisti invece continuano a essere contrari a uno scenario di confine pressoché inesistente tra Irlanda del Nord e EIRE, che avvicinerebbe Belfast più all’Europa che al Regno Unito. La rete di protezione del backstop prevede proprio che non ci sia una vera e propria frontiera tra le due Irlande quando scatterà la Brexit. In ogni caso durante il periodo di transizione di due anni l’Ue cercherà di trovare una soluzione alternativa al backstop.
A giudicare dal numero dei conservatori che si sono ribellati contro la leadership di May nelle ultime votazioni, anche convincere il gruppo ERG e i parlamentari della fazione nordirlandese DUP, potrebbe non bastare.
Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia