(ASI) - Il Parlamento Europeo voterà oggi il riconoscimento di Guaidò presidente legittimo del Venezuela. Il leader dell'opposizione respinge il dialogo offerto da Maduro, chiamando i venezuelani in piazza per chiedere elezioni libere. Per Guaidò incontri segreti con i militari per convincerli a ritirare il loro sostegno a Maduro e appoggiare il nuovo corso.
L'opposizione venezuelana raccolta intorno a Juan Guaidò ha respinto il "falso dialogo" proposto mercoledì da Nicolas Maduro e ha portato in piazza ancora una volta migliaia di persone in tutto il Paese per esigere elezioni presidenziali con garanzie internazionali e l'apertura di canali umanitari. Maduro era tornato ad offrire un dialogo con l'opposizione, precisando però che non intende dimettersi dal suo incarico, proponendo elezioni legislative anticipate.
Da Mosca giungono le parole dell ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, che ha chiesto all'opposizione "di mostrare un approccio egualmente costruttivo, ritirare gli ultimatum e agire indipendentemente sotto la guida degli interessi del popolo venezuelano". Da Washington però, Carlos Vecchio, l'incaricato d'affari nominato negli Usa da Guaidò, ha fatto sapere che l'opposizione è interessata ad un eventuale dialogo "solo per negoziare l'uscita dalla dittatura. Ha manipolato la parola dialogo per anni solo per dare ossigeno al suo regime".
Donald Trump, da parte sua, ha confermato il suo appoggio a Guaidò mentre dall'altra parte dell'Oceano, il titolare della Farnesina Enzo Moavero Milanesi, spiegando in Senato la posizione del governo dopo le tensioni tra Lega e Cinque Stelle, ha riferito che l'Italia è pienamente allineata con l'Unione Europea sulla questione: "L'Ue, con il pieno sostegno di Roma, ha sempre insistito su cinque punti: il pieno ripristino e rispetto dei poteri dell'Assemblea Nazionale, che fossero indette elezioni presidenziali credibili, il rilascio di tutti i prigionieri politici, la piena garanzia della libertà di informazione ed espressione, l'apertura di corridoi umanitari".
A tre giorni dalla scadenza dell'ultimatum a Maduro, il governo greco ha espresso il suo dissenso riguardo alla posizione comune del blocco. Il ministro per gli Affari europei Giorgos Katrougalos ha detto che Atene non vuole "un'altra Libia" in Sud America. Per questo, è la linea del governo Tsipras, è necessario che l'Ue assuma "un ruolo di mediazione per non farsi trascinare dalle iniziative di altre grandi potenze".
Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia