(ASI) “Siamo pronti alla battaglia decisiva che porterà alla scomparsa di Israele”. E’ il duro commento, riportato questa mattina dai mezzi di informazione palestinesi, del Comandante dell’aviazione dell’Iran.
L’affermazione segue gli attacchi, lanciati la notte scorsa, contro alcuni obiettivi di Teheran in Siria. Sono stati presi di mira, durante l’azione offensiva, depositi di armi e siti legati ai servizi segreti della “Forza Qods”. Il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia di stampa Interfax, ha riferito che Damasco è stata raggiunta da missili da crociera e da bombe guidate, aggiungendo che le difese della città alleata hanno distrutto oltre 30 vettori ostili e informando dell’uccisione di 4 soldati di Bashar al – Assad. Un portavoce dello stato ebraico ha giustificato l’accaduto come risposta al lancio, avvenuto ieri, di un razzo terra – terra iraniano verso una località sciistica, sul Monte Hermon, situata nel paese di Benjamin Netanyahu.
Le coalizioni in Medioriente, rischio scontro tra potenze regionali e globali. Israele beneficia dell’alleanza degli Stati Uniti, mentre la Siria gode dell’appoggio militare dell’Iran. Bashar al – Assad e il governo dei Pasdaran sono protetti dalla Russia e dalla Cina. E’ il quadro che bisogna tenere presente per comprendere, a fondo, il complicato scenario mediorientale. Gli uomini di Vladimir Putin hanno dislocato, da tempo, alcuni sistemi difensivi nelle principali città siriane. Uno di questi mezzi è entrato in azione, forse per la prima volta, ieri mattina per contrastare l’ennesimo raid dei jet con la Stella di David. Non è più possibile escludere, così, un eventuale scontro diretto tra Gerusalemme e il Cremlino. Diventa significativa, nella situazione tesissima che si è delineata, la dichiarazione (insolita) giunta anche dalla Cina. Il dicastero degli Esteri di Pechino ha condannato, in una nota, l’azione bellica israeliana di questa notte, ricordando il dovere di “rispettare e proteggere la sovranità siriana”.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia