(ASI) E’ finito ieri il vertice dei ministri degli Esteri della Nato a Bruxelles. Il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha annunciato il possibile ritiro di Washington, entro i prossimi 60 giorni, dal trattato Inf se Mosca continuerà a non rispettarlo.
La controparte, come riferito da Agenzia Stampa Italia (http://www.agenziastampaitalia.it/politica/politica-estera/43077-nato-usa-fuori-dal-trattato-inf-in-60-giorni-russia-pronti-a-dislocare-missili-nucleari-a-cuba-e-in-venezuela) e da quella russa Interfax che hanno lanciato per prime la notizia, ha ventilato la possibilità di dislocare i propri missili nucleari a Cuba e in Venezuela, facendo capire quanto sia elevata la tensione col paese d’oltreoceano. Il capo di Stato maggiore, Valery Gerasimov , ha specificato che coloro che ospiteranno i vettori Usa diventeranno obiettivi militari per la Russia. Tutto ciò accadrà – ha aggiunto il Generale di Mosca - se l’amministrazione Trump si ritirerà dall’intesa stipulata nel 1987 tra Ronald Reagan e Mikail Gorbaciov. La portavoce del ministero degli Esteri di Vladimir Putin, Maria Zakarova, ha definito come “prive di fondamento” le accuse in questione, lanciate dal responsabile della diplomazia americana, in merito alla violazione dei contenuti dell’importante documento siglato, 31 anni fa, tra le due superpotenze. “Nessuna prova – ha spiegato la funzionaria – è stata prodotta a sostegno di questa posizione”. La medesima affermazione è stata ribadita dallo zar che ha evidenziato come la questione sollevata rappresenti un pretesto, per il tycoon, volto a smantellare i contenuti dell’accordo.
L’altra grande tematica, della riunione di due giorni del Patto Atlantico nella capitale belga, è stata la crisi ucraina. I membri hanno chiesto alla Russia di rilasciare i marinai arrestati e i mezzi di Kiev sequestrati in seguito allo scontro, di due settimane fa, nelle acque dello stretto di Kertch. Secondo quanto hanno appreso i media, una nave da guerra del pentagono potrebbe essere inviata nel mare Nero, non lontano da quel punto, nonostante le tensioni presenti in quell’area. Tutto ciò viene valutato come l’ennesima puntata di questa Guerra Fredda 2.0 in cui ogni provocazione, anche minima, potrebbe innescare un pericoloso conflitto mondiale.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia