(ASI) La Serbia ha chiesto a Russia e Cina, storici alleati del paese balcanico, per contrastare la formazione di un possibile esercito kosovaro sostenendo che la nasciata di una formazione militare nella sua (ex) provincia – cha ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza nel 2018 - potrebbe provocare nuovi scontri nella regione.
Il prossimo 14 dicembre infatti il parlamento di Pristina sarà chiamato al voto per trasformare le forze di sicurezza del paese in un esercito regolare. Secondo le autorità di Belgrado questa formazione potrebbe poi essere utilizzata contro la minoranza serba.
Per evitare la formazione di questo esercito la Serbia ha annunciato possibili ritorsioni, senza però entrare nello specifico.
Il presidencomportamento te serbo Aleksandar Vucic, ieri, si è incontrato separatamente con gli ambasciatori di Russia e Cina – che non riconosco il Kosovo – ed Usa affermando che "le continue provocazioni kosovare" potrebbero obbligare Belgrado a difendere e tutelare la minoranza serba.
Per Vucic “il irresponsabile di Pristina potrebbe portare a una catastrofe perché la Serbia non può guardare pacificamente alla distruzione del popolo serbo”.
Le tensioni tra il paese balcanico e la sua ex provincia sono aumentate dopo che il governo del Kosovo il mese scorso ha introdotto una tassa del 100% sulle importazioni serbe, misura considerata una rappresaglia per una fallita richiesta del Kosovo di aderire all'organizzazione internazionale di polizia, l'Interpol, dopo le intense pressioni esercitate da Belgrado.
I rapporti tra Serbia e Pristina sono difficili dai tempi della guerra del 1998-99 in cui sono morte più di 10mila ed utilizzata dalla Nato e gli usa per attuare una brutale repressione ai danni di Belgrado, considerata l’unica responsabilità delle violenze che ha funestato la regione. Dieci anni fa Pristina, sulla spinta di Washington ha dichiarato la propria indipendenza che però Belgrado non ha mai riconosciuto.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia