(ASI) Inizia oggi, martedì 4 dicembre a Bruxelles e finirà domani, un vertice tesissimo dei ministri degli Esteri della Nato. La convocazione della riunione, annunciata in anteprima sabato scorso da una fonte diplomatica autorevole ad Agenzia Stampa Italia ( http://www.agenziastampaitalia.it/politica/politica-estera/42973-ucraina-annullato-incontro-trump-putin-fonti-diplomatiche-ad-asi-vertice-ministri-esteri-prossima-settimana) , è volta ad affrontare le maggiori minacce nei confronti della sicurezza dei componenti dell’Organizzazione.
Gli americani hanno ribadito, ieri ancora una volta, la necessità che ogni membro aumenti le spese nel settore della Difesa. I pericoli sono infatti sempre più numerosi e provengono non solo da stati come la Libia, la cui instabilità alimenta l’immigrazione e il terrorismo, ma soprattutto la Russia. Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, ha ribadito la volontà di cercare un dialogo con Mosca, a patto che si impegni a rispettare il diritto internazionale. Tutto ciò significa il rilascio dei marinai ucraini e dei loro mezzi sequestrati un paio di settimane fa, ma soprattutto la garanzia della libertà di navigazione nel mare d’Azov. Vladimir Putin ha deciso però di flettere i muscoli avviando, a sorpresa qui fino al 9 dicembre, un’esercitazione militare presso lo stretto di Kertch. L’area è chiusa così a tutte le imbarcazioni, eccetto a quelle dello zar. Quest’ultimo ha ordinato inoltre ai propri soldati, dislocati nei distretti centrali e meridionali del paese, di tenersi pronti per eventuali azioni belliche e non ha escluso persino di mobilitare i riservisti. La situazione è stata sintetizzata dal presidente della Duma, la Camera bassa del parlamento russo, Vyacheslav Volodin che ha pronunciato nel pomeriggio una frase da brivido: “La legge marziale, introdotta in Ucraina, porta il mondo sull’orlo di una guerra”.
Tutti sperano che sia un semplice gioco delle parti e che la diplomazia “sotterranea” riesca a fermare una situazione che sembra sfuggire di mano. L’intreccio geopolitico viene reso più complesso tuttavia dalla questione iraniana. Il leader israeliano, Benjamin Netanyahu, è volato nella capitale belga per incontrare d’urgenza il responsabile della diplomazia di Washington Mike Pompeo. Il faccia a faccia è durato quattro ore. Il premier di Tel Aviv avrebbe ricevuto il via libera dal proprio interlocutore, secondo quanto si è appreso, per attuare un’azione ostile su larga scala in Libano per colpire Hezbollah e in Siria al fine di distruggere gli obiettivi iraniani. Teheran sarebbe percepito come pericoloso in quanto avrebbe sviluppato nuovi missili che, secondo la Francia, potrebbero generare morte e distruzione nell’intera regione mediorientale. Il governo di Hassan Rohani è alleato di quello di Damasco, guidato da Bashar al - Assad ed entrambi sono protetti militarmente da Russia e Cina. L’esercito ebraico è avvertito.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia