(ASI) C’è il rischio della realizzazione di un falso attacco chimico, nell’area della settantaduesima brigata dell’esercito ucraino, che potrebbe consentire al presidente Petro Poroshenko di ottenere il pretesto per avviare una campagna militare, nella regione del Dobass, contro la Russia.
L’allarme è giunto, nelle ultime ore, dai servizi segreti della Repubblica popolare di Donetesk. Le autorità hanno specificato che l’esercito ostile potrebbe raggiungere così i confini, del paese di Vladimir Putin, mediante la località di Novoazovsk. Nuove esercitazioni militari intanto, oggi, delle truppe del Cremlino volte a verificare il livello di preparazione per un eventuale conflitto. La situazione che si è creata non è gradita ai membri del G7 che hanno chiesto, allo zar, di rilasciare i mezzi sequestrati e i marinai di Kiev arrestati in seguito allo sconfinamento, avvenuto domenica scorsa, in acque di Mosca. Le nazioni più industrializzate al mondo hanno domandato anche, al diretto interessato, di garantire il passaggio nello stretto di Kerch, nel mare d’Azov dove si è verificato il grave episodio che ha scatenato la crisi attuale, di tutte le imbarcazioni. I capi di governo hanno ribadito dunque, nella loro nota divulgata da Buenos Aires, la rilevanza del rispetto del diritto internazionale. “L’Unione Europea è unita nel sostegno alla sovranità dell’Ucraina e alla sua integrità territoriale”, ha scritto, su Twitter, il numero uno della Commissione che ha sede a Bruxelles. Donald Tusk si è detto sicuro dunque, nel cinguettio sul noto social network, che i membri del vecchio continente troveranno un’intesa, nel prossimo vertice previsto per questo mese nella capitale belga, in merito all’approvazione di nuove sanzioni contro Mosca.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia