(ASI) La tensione è sempre più alta e aumentano i rischi nei confronti della pace mondiale. I 20 marinai ucraini, delle tre imbarcazioni colpite dalla Russia domenica scorsa nello stretto di Kerch dopo aver invaso le acque territoriali del Cremlino, sono stati condannati e arrestati. Il tribunale di Simferoopoli, nella regione della Crimea controllata da Mosca, ha sancito che queste persone dovranno rimanere in carcere, fino al 25 gennaio, in quanto hanno compiuto un’azione illegittima.
La Nato ha respinto tale versione dei fatti, ribadendo immediatamente in un comunicato il proprio appoggio a Kiev. L’organizzazione del Nord Atlantico ha chiesto dunque alla sua controparte la liberazione dei detenuti, il rilascio dei loro mezzi e il rispetto della libertà di navigazione, sancita dal diritto internazionale, anche nel Mare d’Azov. L’Alleanza continuerà a “garantire – si legge nella nota – un sostegno politico e pratico” al presidente Petro Poroshenko. Quest’ultimo teme una possibile invasione dei militari di Vladimir Putin che inizieranno, dal primo dicembre, un’imponente esercitazione ai confini. L’Ucraina ha introdotto così solo in alcune città, nelle vicinanze delle frontiere col grande nemico, la legge marziale che entra in vigore per 30 giorni da oggi e sarà applicata solo in caso di guerra. Il leader di Kiev ha dichiarato, ai media Usa, di aver ricevuto rassicurazioni dal segretario di Stato di Washington, Mike Pompeo, in merito all’appoggio, anche bellico, che continuerà a ricevere dalla Casa Bianca. Putin dovrebbe incontrare intanto il tycoon alla fine del mese, a margine del G20 in Argentina per discutere della situazione, ma Donald Trump ha minacciato di cancellare l’incontro con lui. Lo zar, che dovrebbe riunire nelle prossime ore il consiglio di sicurezza nazionale, ha installato missili balistici anti nave nei pressi della città di Kerch mentre l’Unione Europea, presieduta attualmente dall’Austria, ha dichiarato che sta valutando nuove sanzioni contro il suo paese. Bruxelles ha auspicato un allentamento della tensione, evidenziando la possibilità che vengano congelati, nel prossimo vertice dei capi di stato e di governo di dicembre, i beni appartenenti ad altre persone di nazionalità russa. E’ fallito, intanto, il tentativo di mediazione della Germania: il ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavorv, ha rifiutato infatti l’iniziativa di Berlino per porre fine alle divergenze. La Farnesina ha detto che l’Italia aspetta di conoscere esattamente, prima di esprimersi formalmente, la posizione dei partner. La preoccupazione è elevata, nonostante ciò, in tutto l’Occidente. Alcune fonti hanno riferito che sono partiti infatti dalla base Nato di Signonella, in Sicilia, i velivoli di sorveglianza del pentagono P8A e Nothrop Grumman RQ – 4B verso la zona di crisi. Si starebbe dirigendo, nel Mar Nero, anche una nave da guerra del governo britannico.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia