(ASI) L’Uruguay ha deciso di concedere asilo politico all’ex presidente del Perù Alan Garcia al centro di un presunto caso di corruzione per la realizzazione della metropolitana di Lima.
La conferma alla notizia, attesa da qualche giorno, è stata data dalle autorità locali tramite il ministro degli Esteri Rodolfo Nin Novoa.
Garcia è stato presidente del Perù per due mandati, la prima volta dal 1985b al 1990 e la seconda tra il 2006 ed il 2011; la settimana scorsa nell’ambito dell’inchiesta sulla Metropolitana 1 di Lima la magistratura uruguagia gli aveva intimato di non abbandonare il paese per 18 mesi.
Sabato 17 novembre però l’ex presidente si è recato presso l’ambasciata uruguaiana di Lima chiedendo al presidente, Tabaré Vazquez, di concedergli asilo politico.
Dopo la richiesta della magistratura di non uscire dal paese Garcia aveva scritto su Twitter “Per me rimanere 18 mesi in patria non è una punizione”.
Garcia è come detto indagato nell’ambito di un’ampia inchiesta per corruzione che coinvolge diversi alti funzionari pubblici e l’impresa ingegneristica brasiliana Odebrecht. In particolare, l’indagine si concentra sull’appalto della linea 1 della metropolitana di Lima. Secondo gli investigatori la compagnia brasiliana avrebbe pagato più di otto milioni di dollari di tangenti a favore di Jorge Cuba, ex viceministro delle Comunicazioni, e degli ex funzionari Edwin Luyo, Mariella Huerta e Santiago Chau, membri della commissione incaricata di valutare l’appalto. Odebrecht, secondo quanto dichiarato dal pubblico ministero Perez durante l’udienza di ieri, avrebbe pagato Garcia per una conferenza con centomila dollari provenienti da un fondo destinato al pagamento di tangenti in vari paesi dell’America Latina.
Il gruppo Odebrecht è accusato di avere pagato tangenti a funzionari di alto livello in diversi paesi dell’America latina per aggiudicarsi gli appalti di almeno cento progetti di infrastrutture pubbliche, per un valore complessivo di quasi dodici miliardi di dollari di profitti. Nel corso dei procedimenti a suo carico, la società brasiliana ha ammesso di aver versato 29 milioni di dollari in tangenti a funzionari peruviani per aggiudicarsi opere pubbliche nel decennio compreso tra il 2005 e il 2014.
Fabrizio Di Ernesto-Agenzia Stampa Italia
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