(ASI) Nonostante i moniti di Washington e di Gerusalemme, che hanno invitato tutti a non attuare ulteriori mosse pericolose per evitare l’intensificazione dei rischi nella regione, è iniziata oggi la consegna dei missili S300, in Siria, da parte dell’alleata Russia.
L’iniziativa tutelerà maggiormente i militari di Vladimir Putin sul posto e non rappresenterà una minaccia nei confronti di paesi terzi. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri di Mosca Sergej Lavrov. Il potente sistema di difesa potrebbe scoraggiare, però, ulteriori raid aerei contro il territorio gestito dal presidente Bashar al – Assad oggetto, soprattutto negli ultimi anni, di numerose offensive esterne. La concretizzazione del progetto, rinviato dal 2013, segue l’abbattimento accidentale, da parte di Damasco, di un jet del Cremlino durante l’ attacco israeliano avvenuto, nei pressi di Latakia, nella notte tra il 17 e il 18 settembre scorso. I 4 caccia ostili di Tel Aviv si erano nascosti, dietro il velivolo russo, per ripararsi dal fuoco della contraerea siriana. Damasco ha annunciato, intanto, la riapertura del confine di Nesseb, con la Giordania, chiuso tre anni fa a causa della guerra civile. L’accesso è limitato, per il momento, solo al commercio fino a quando non saranno garantite le adeguate condizioni di sicurezza. E’ un piccolo barlume di speranza davanti a ombre, sempre più fitte, che pongono rischi alla stabilità dell’area e del mondo.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia