(ASI) La Corte costituzionale di Quito ha deciso di revocare un pacchetto di emendamenti approvati durante la presidenza di Rafael Correa e sostenuti dal suo governo risalente al 2015.
La decisione è stata presa a maggioranza dai magistrati della corte recependo tre delle sette denunce presentate contro queste norme. Nello specifico la Corte ha dichiarate incostituzionali 12 norme e di fatto ripristinano il Controllore dello stato, le cui funzioni permettono di stimare gli obiettivi delle istituzioni pubbliche e togliere alle forze armate la competenza di intervenire in missioni di sicurezza interna. Inoltre, la Corte ha invalidato l'emendamento secondo il quale il presidente dell'Ecuador deve aver compiuto i 30 anni di età al momento di registrare la sua candidatura elettorale e il potere dei governi locali di promuovere consultazioni popolari su argomenti che rientrano nelle loro competenze.
La decisione della Corte di fatto certifica la rottura tra l’ex presidente Rafael Correa e il suo successore Lenin Moreno, anche perché i giudici hanno anche annullato la rielezione indefinita, misura che impone un limite di due anni al rinnovo del mandato di tutte le cariche elettive e blocca di fatto la possibile candidatura di Correa alle elezioni presidenziali del 2021. In generale, poi, Moreno ha lanciato una revisione di tutto l'apparato statale costruito dal suo predecessore. Ne fanno parte tanto le misure di austerità annunciate nel nuovo piano economico, quanto il licenziamento di tutti i ministri finora in carica e la nomina di nuovi titolari in ogni dicastero.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia