(ASI) E’ salito a 17 morti, 1490 feriti di cui 46 gravi, il bilancio dei palestinesi coinvolti negli scontri, avvenuti il 30 marzo scorso, tra Gaza e Israele.
Lo ha dichiarato il portavoce del ministero della sanità, Ashraf al – Qidra. Human Rights Watch ha accusato, intanto, alti esponenti di Tel Aviv di aver invocato illegalmente “l’uso di munizioni vere” contro i dimostranti “che non costituivano una minaccia per la vita”. L’organizzazione ha auspicato così l’apertura di un’indagine, da parte della Corte Penale Internazionale che ha sede all’Aja, per questi nuovi crimini internazionali in Palestina. La situazione mediorientale è stata discussa oggi nella riunione straordinaria indetta dalla Lega Araba al Cairo. Quest’ultima ha deciso, al termine del vertice convocato d’urgenza, di appoggiare la richiesta palestinese di istituire una commissione internazionale di inchiesta per gli atti di guerra “commessi dalle forze” di Netanyahu. Ha criticato al contempo il rifiuto dell’Onu di condannare formalmente tali atti ostili e domandato al consiglio di sicurezza, di New York, di avviare indagini credibili volte a giudicare i responsabili degli attacchi commessi e a risarcire le vittime. Ha chiesto dunque al palazzo di vetro di adottare una risoluzione contro i crimini israeliani e in sostegno “ai diritti umanitari del popolo palestinese”. Tutto ciò sembra essere però un’utopia in quanto lo Stato ebraico gode dell’appoggio, anche diplomatico, della Casa Bianca che detiene un potere di veto che è in grado di bloccare qualsiasi provvedimento ritenuto dannoso per Washington e i suoi alleati.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia