(ASI) Un seggio unico per l'Europa nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La proposta l'ha lanciata il Ministro Franco Frattini e l'obiettivo è quello che il gruppo "Uniting for consensus", di cui l'Italia è uno dei paesi leader, intende portare avanti con forza: aumentare la rappresentatività regionale all'interno del Consiglio di Sicurezza, ed evitare "un aumento puro e semplice dei seggi", puntando invece su una riforma condivisa che giunga ad un compromesso in grado di raccogliere largo consenso. Rafforzando così l'Onu.
Una posizione, quella italiana, che il Ministro ha ribadito aprendo alla Farnesina i lavori del 'Global governance and security council reform' e che ha trovato eco anche nelle parole del presidente dell’Assemblea Generale dell'Onu Joseph Deiss: senza una riforma concreta, ha avvertito, l'Onu rischia di "perdere credibilità ed essere marginalizzata", per questo bisogna giungere in tempi brevi ad una riforma "concreta e condivisa", che punti ad ottenere "il più ampio sostegno possibile", rispetti i valori fondamentali dell'Onu, sia semplice, chiara e soprattutto flessibile. "Non intendo proporre né difendere una tesi specifica tra quelle emerse tra gli stati membri", ha poi precisato, annunciando però di essere determinato a ottenere dei risultati concreti sulla via della riforma entro la fine del suo mandato, a settembre.
L'idea del gruppo "Uniting for consensus" punta alla creazione di nuovi seggi non permanenti che, a rotazione, garantiscano la massima rappresentatività. Proposta che si contrappone a quella dei Paesi del cosiddetto G4 - Brasile, India, Germania e Giappone - che aspirano a quattro nuovi seggi permanenti. Ed è proprio alla Germania che si rivolge Frattini, parlando di un nuovo seggio per l'Unione Europea: "Siamo contrari ad un aumento puro e semplice di seggi permanenti - ha detto - se poi pensiamo all'Europa, vogliamo il seggio unico al Consiglio di Sicurezza", altrimenti "parliamo di Europa che parla con una voce unica e poi litighiamo tra noi e la Germania per chi debba avere il seggio permanete. Questo non può accadere". Una proposta, quella italiana, che non è "contro" altri Paesi, ma punta piuttosto, ha assicurato, "ad allargare il Consiglio di Sicurezza" per renderlo "più rappresentativo ed efficace".
Un esempio per tutti, l'Africa. "Il 70 per cento delle decisioni prese dall'Onu - ha spiegato Frattini - riguarda paesi africani, che sono però rappresentati in modo decisamente inadeguato". Ma più rappresentatività, ha sottolineato il Ministro, significa anche "più responsabilità". Del resto i rappresentanti africani tra le oltre 120 delegazioni presenti oggi alla Farnesina hanno chiesto che la soluzione "dell'ingiustizia cronica che ha piagato il continente africano" diventi una priorità. "Non possiamo più accettare - ha detto il Ministro degli Esteri della Sierra Leone, Joseph Bandabla Dauda - che altri prendano decisioni che riguardano il nostro destino". Ad appoggiarli anche la Cina: "La riforma - ha detto il vice-ministro Cui Tian Kai - dovrà riparare all'ingiustizia nei confronti dei paesi africani".