(ASI) New York – I leader del G7, hanno condannato e ribadito nuovamente la totale irregolarità del nuovo test nucleare ad opera della Corea del Nord.
Nella dichiarazione congiunta, che porta la firma di Paolo Gentiloni, Justin Trudeau, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Shinzō Abe, Theresa May, Donald Trump, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk si condanna l’azione di Pyongyang e si fa appello al consiglio di sicurezza Onu.
Dalla Gran Bretagna, si ribadisce inoltre, l’impossibilità di un dialogo concreto con il regime di Kim Jong-un "non cambierà drasticamente direzione” - affermano i rappresentanti britannici - in quanto sembrerebbe che Kim Jong-un accertato sia davvero in grado di lanciare un Icbm in qualsiasi momento.
La situazione coreana, investe anche il Giappone a livello economico; infatti, le valutazioni dei titoli del Giappone, attualmente sono a buon mercato, ma gli investitori stranieri ritengono che le azioni giapponesi stiano perdendo interesse, perché sono sensibili ai rischi legati all'Estremo Oriente. Questo è quanto afferma Norihiro Fujito, senior investment strategist di Mitsubishi UFJ Morgan Stanley Securities.
Il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, conferma che il Consiglio di sicurezza è unito e deciso ad intraprendere un'azione adeguata su Pyongyang.
Nel frattempo, la Corea del Sud si sta preparando alla difesa, con manovre militari missilistiche.
Dagli Stati Uniti, l'ambasciatrice Usa all'Onu, Nikki Haley, ha annunciato una bozza di risoluzione con nuove sanzioni contro la Corea del Nord, dichiarando nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza che gli Stati Uniti puntano ad ottenere il voto sul testo a partire da lunedì prossimo.
Dalla Russia, invece arriva il colpo di scena, infatti Putin, si dichiara contro affermando: «le sanzioni sono inutili, i nordcoreani mangeranno erba pur di non rinunciare al nucleare».
Le possibili nuove sanzioni Onu:
Per combattere il nemico Corea del Nord, l’Onu potrebbe puntare sul blocco petrolifero (circa 850 mila tonnellate all’anno) e sul fermo dell’export tessile 752 milioni di dollari l’anno ( l’80% da acquirenti cinesi). Gli USA, infatti, hanno presentato una bozza delle nuove misure che seguirebbe questa linea, imponendo a Kim Jong-un di fermare la corsa allo sviluppo di missili e armi nucleari.
Oltre al blocco petrolifero e il fermo sull’export, si pensa ad un’altra misura restrittiva, ovvero i controlli marittimi. Gli Usa, vorrebbero che l’Onu, autorizzasse il fermo non consensuale e la successiva perquisizione di navi provenienti dalla Corea del Nord per controllare se trasportano armi tecnologicamente avanzate.
L’ultima idea per fronteggiare a viso aperto Kim Jong-un, è anche in riferimento al mercato del lavoro. Infatti una restrizione, potrebbe riguardare i lavoratori nordcoreani all’estero. Si stima che siano tra 60 mila e 100 mila sparsi in particolare tra Cina e Russia, ma sono stati identificati anche migliaia di operai impiegati per i mondiali di calcio in Qatar. Secondo un rapporto Onu, la maggior parte degli operai nordcoreani all’estero, sono sfruttati e le loro attività portano nelle casse di Pyongyang tra i 1,2-2,3 miliardi di dollari all’anno.
A breve il Consiglio di Sicurezza si pronuncerà, e l’Italia gioca un ruolo fondamentale. Infatti, fino a dicembre, il nostro Paese, siede tra i 15 del Consiglio di Sicurezza Onu, con una posizione di primórdine; la presidenza del Comitato di sanzioni.
Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia