(ASI) Bisogna liberare la Palestina dal tumore israeliano. Lo ha ribadito oggi il leader supremo iraniano l’Ayatollah Ali Khamenei, ribadendo il rifiuto del suo paese a riconoscere il diritto dell’entità sionista ad esistere.
Parlando nel corso nel corso della VI conferenza internazionale a sostegno della Intifada palestinese, organizzata dalla autorità di Teheran in segno di solidarietà con il popolo palestinese, Khamenei ha detto: “Questo tumore canceroso, sin dal suo inizio, è cresciuto in modo esponenziale” di conseguenza anche il suo trattamento deve crescere in modo esponenziale, osservando come “l’Intifada e la resistenza palestinese hanno raggiunto importanti obiettivi. Ora però bisogna aumentare questi obiettivi arrivando alla completa liberazione della Palestina”.
Fin dalla rivoluzione del 1979 la Repubblica islamica dell’Iran è stata al fianco del popolo palestinese offrendo un concreto supporto, non solo militare, ai gruppi popolari contro gli israeliani.
In particolare l’Iran ha appoggiato i palestinesi nell’Intifada del 1987, conclusasi nel 93, ed in quella del 2000, durata 5 anni.
L’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad, in carica tra il 2005 ed il 2013, ha più volte espresso la volontà di cancellare Israele dalla carta geografica, ovvero facendo del territorio palestinese uno stato arabo e non sionista, anche quasi sempre i media occidentali travisavano le sue parole ipotizzando “la distruzione del popolo ebraico”.
La questione palestinese rischia ora di aprire un nuovo scontro diplomatico tra Washington e Teheran dopo che il neopresidente statunitense Donald Trump ha espresso la volontà di spostare l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, riconoscendola quindi come capitale israeliana, e dicendosi contrario alla soluzione a due stati, uno ebraico e l’altro palestinese.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia