(ASI) Londra – Dopo le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sulla questione Brexit ad intervenire è proprio il Primo Ministro inglese Theresa May che esclude a tal proposito qualunque parziale associazione con l'Europa puntando a un negoziato "tra uguali, fra una Gran Bretagna Globale, indipendente e sovrana, e i nostri amici e alleati della Ue" lanciando una provocazione "Se ci punirete abbasseremo imposte e attireremo investimenti".
La valuta britannica dopo le dichiarazioni del Primo Ministro inglese ha guadagnato il 2,8% sul dollaro raggiungendo quota 1,2385 dollari. E' il rialzo più marcato registrato dall'inizio della crisi finanziaria globale.
L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea come noto è stata votata dal 52 per cento dei cittadini britannici nel Referendum dello scorso 23 giugno, il Primo Ministro durante la conferenza stampa ha ribadito che il Regno Unito non cercherà di restare nel mercato unico europeo, la cui permanenza richiederebbe al paese di accettare altre condizioni sulla libera circolazione delle persone, infatti l’obiettivo del governo inglese è recuperare il controllo dei suoi confini e non essere più soggetto alle decisioni della Corte di giustizia dell’Unione Europea modificando inoltre la gestione della circolazione delle merci.
"In questo momento stiamo abbandonando l'Unione europea e pianifichiamo un vertice biennale del Commonwealth. Costruiremo una Gran Bretagna veramente mondiale. Non vogliamo più essere membri del mercato unico europeo" queste le parole di Theresa May.
La premier inglese è chiarissima: “Il Regno Unito non può continuare a essere parte del mercato unico”. Londra vuole una soluzione “chiara e nitida”, e non ha nessuna intenzione di scegliere vie di mezzo come quella voluta dalla Norvegia.
"Non vogliamo che l'Unione europea si smembri ma da parte dell'Ue è mancata la flessibilità nei confronti di Londra e i britannici se ne sono accorti", aggiunge la premier britannica.
Con la Brexit vogliamo una Gran Bretagna "più forte, giusta, unita e rivolta all'esterno", il primo ministro ha sottolineato inoltre che il Regno Unito vuole avere una visione sempre più globale ma rimanere allo stesso tempo "un buon amico e vicino" dell'Europa.
"La tutela dell'Unione è al cuore di ogni azione della Gran Bretagna perché soltanto uniti possiamo cogliere le opportunità che ci attendono", ha sottolineato Theresa May.
Il premier ha affrontato anche lo stato giuridico dei cittadini appartenenti alla Ue che attualmente vivono e lavorano nel Regno Unito, e dei britannici che vivono negli stati membri dichiarando che “il Regno Unito vuole continuare a essere un buon amico e un buon vicino dell’Unione Europea, ma so che ci sono alcuni che chiedono un accordo punitivo nei nostri confronti. Sarebbe una calamità autoinflitta per i paesi dell’Europa e non sarebbe un gesto amichevole. Il Regno Unito non potrebbe mai accettare un approccio di questo tipo”.
Durante la conferenza, May ha dunque ribadito di voler utilizzare durante il mese di Marzo l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona che stabilisce le regole per avviare l’uscita di un Paese dall’Unione Europea. Da quel momento il Regno Unito e l’Ue avranno due anni di tempo per trovare un accordo.
May ha concluso il suo discorso affermando di volere sancire un accordo idoneo per il Paese: “Il Regno Unito sta lasciando l’Unione Europea. Il mio lavoro è ottenere il giusto accordo per il Paese”.
Il discorso di Theresa May ha ricevuto molti apprezzamenti dalla gran parte dei parlamentari conservatori, mentre non ha trovato consenso tra l’opposizione.
Jeremy Corbyn, leader dei Laburisti, afferma: “Il primo ministro ha fatto tutte queste dichiarazioni ottimistiche, ma ogni indicatore economico ci dice che il Regno Unito sta andando nella direzione sbagliata”.
Anche il capo negoziatore del parlamento europeo per la Brexit, Guy Verhofstadt è rimasto contrariato dal discorso del Primo Ministro inglese affermando: "Bene che ci sia chiarezza ma non si può creare l'illusione che lasciando l'Ue si possano continuare ad avere i vantaggi delle sue istituzioni".
Le parole più forti però provengono dal leader scozzese, Nicola Sturgeon che afferma: “Il piano di Londra per la Brexit non è nel nostro interesse nazionale". "E' ormai chiaro che il Regno Unito sta andando verso una hard Brexit, che minaccia di essere economicamente catastrofica".
Anche il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk ha comunicato tramite Twitter la propria impressione dopo la conferenza del Premier inglese: "Processo triste, tempi surreali ma almeno annunci più realistici sulla #Brexit. Ue27 unita e pronta a negoziare dopo l'art.50".
Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia