(ASI) Davos, Svizzera - La via della seta nel 2017 porta fino alle alpi svizzere, perché la Cina è pronta a tornare il leader mondiale del libero mercato. La 47esima edizione del Forum economico internazionale di Davos vede per la prima volta protagonista il presidente cinese Xi Jinping fra oltre 3mila delegati. In un'epoca dove l'Europa è attanagliata dai suoi populismi e l'America sembra ritirarsi dall'altra parte dell'Oceano Atlantico, la Cina si candida ufficialmente baluardo della globalizzazione contro la crescita dei protezionismi.
Tra gli altri politici mancherà Donald Trump, impegnato con l'insediamento e l'Inauguration Day di venerdì 20 gennaio, ma sarà presente Theresa May, il volto della Brexit e della Gran Bretagna post referendum. Per l'Italia parteciperà ai lavori il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan.
Grazie al passaggio di consegne statunitense, la stampa internazionale ha potuto raccogliere a Davos dichiarazioni sorprendenti per la Cina del dopo Mao. «Ci sono le giuste circostanze per permettere alla Cina di essere il nuovo leader mondiale capace di promuovere la globalizzazione e il libero mercato» ha detto il presidente Jinping appena giunto al Forum. «Non c'è motivo di incolparci dei problemi del mondo - ha aggiunto a difesa della sua Cina - Nella concorrenza del mercato non ci devono essere né vincitori né vinti. Sappiamo che parlare di globalizzazione economica è diventato ormai un vaso di Pandora».
La concorrenza, ha ammesso lo stesso presidente asiatico, è notevolmente più agguerrita rispetto al passato, ma questo a lui non sembra un pretesto per costruire muri e barriere.
«Allontanare la minaccia di nuovi dazi è il dovere di tutti» ha concluso, ma sono poi arrivate dichiarazioni anche sul cambiamento climatico. Nonostante la precaria posizione del suo Paese in merito il presidente è intervenuto così: «L'accordo di Parigi sul clima è stata una vittoria ottenuta con difficoltà. Tutti i Paesi sono obbligati a rispettarlo».
Non ha fatto nomi, ma il riferimento ai diretti concorrenti è chiaro. Donald Trump ha più volte promesso tasse ai danni delle importazioni cinesi e messicane. Se nei prossimi giorni il nuovo presidente americano vorrà seguire la linea preannunciata, allora le parole di Xi Jimping a politici, uomini d'affari e banchieri avranno ancora più importanza.
«Un sistema mondo unilaterale non è più possibile - ha detto Xi Jinping - Questa è la più grande sfida che ci si pone davanti. L'unica via possibile è quella della cooperazione». Proprio come quella della seta, che come in passato continua a portare in Cina.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia