(ASI) Harare – All’età di 92 anni, Robert Mugabe è stato nuovamente ricandidato dal suo partito. Presidente dello Stato africano dello Zimbabwe dal lontano 1981, Mugabe – l’uomo che di se disse «Solo Dio può destituirmi.» – durante la conferenza annuale del partito di cui è leader, l’”Unione Nazionale Africana di Zimbabwe - Fronte Patriottico”, tenuta nella città sudorientale di Masvingo, è stato designato dai quadri del partito, come prossimo candidato per le elezioni presidenziali del 2018. Candidatura questa, spinta in particolare dall’ala più giovanile del partito.
Robert Mugabe è uno dei personaggi di spicco nella storia del continente africano nell’ultima metà del ‘900. Fin giovane ha sempre avuto a cuore la causa di uno Zimbabwe libero dal colonialismo. Istruitosi dai gesuiti, entrò in contatto con le teorie marxiste nei anni dell’università. Ma è nel 1960 che Mugabe decide la sua discesa in politica. Animato da una visione ideologica che può essere identificata come un connubio tra socialismo e nazionalismo panafricano, aderisce a diverse formazioni politiche, da cui uscirà spesso perché in contrasto con i vertici i quali spesso volevano una soluzione politica alla questione coloniale mentre lui puntava ad una rivoluzione armata.
Mugabe passerà in oltre dieci anni in carcere, dal 1964 al 1974, per la sua attività rivoluzionaria. Anni quelli della prigione, che sconterà leggendo libri di dottrina marxista e conseguendo due lauree in Giurisprudenza e in Economia.
Scontata la pena, riprese la sua attività politica riuscendo a candidarsi alle elezioni del 1981 e a divenire Presidente. Il suo governo produsse anche corruzione e violenze, ma il suo progetto socialista fece anche abbassare l’analfabetismo, facendo divenire lo Zimbabwe la nazione africana con il tasso più basso di analfabetismo: il 10%. Introdusse importanti riforme sociali a favore dei ceti meno abbienti e intraprese un programma di sviluppo dello Stato.
L’anziano leader zimbabwese è sempre stato inviso alla politica occidentale, che più volte lo ha accusato di essere un dittatore violento, arrivando anche a dichiararlo “Persona non gradita” nell’Unione Europea e negli Stati Uniti d’America.
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia