(ASI)- Donald Trump è il nuovo presidente degli stati Uniti d’America. Il Tycoon ha superato infine la soglia dei 270 grandi elettori necessari per avere la conferma matematica della presidenza. La sfidante Hillary non è riuscita a superare quota 218. Nonostante questo, rifiuta di concedere l’onore della vittoria al magnate newyorkese.
Mr. President e lo sgarro di Hillary alla democrazia americana
La tendenza che dalle ore notturne era prepotentemente emersa ha finalmente trovato conferma ufficiale. Donald Trump è il 45° presidente degli Stati Uniti. Il parlamento americano è tutto in mano ai repubblicani. Donald Trump governerà con un ampia maggioranza. Oltre un milione di voti di distacco, ma i dati sono in continuo aggiornamento, e continua ad aumentare, hanno consegnato la più grande democrazia del mondo al magnate newyorkese candidato per i repubblicani. Una vittoria netta e conquistata con autorevolezza ha fatto esplodere la gioia nel quartier generale repubblicano. L’America tutta è in festa. Numerose cittadini sfilano ormai da ore per le strade delle principali città americane con cartelli inneggianti alla riaffermazione della sovranità popolare. Quella che avrebbe dovuto essere la festa per la celebrazione di una tanto romantica quanto onorevole sconfitta si è trasformata in una festa travolgente. Attualmente all’Hotel Hilton, quartier generale di Trump, è atteso il discorso del vincitore. Dall’altro lato della barricata Hillary Clinton getta la maschera del politicamente corretto e della presunta rispettabilità e rifiuta di concedere a Trump l’onore della vittoria. Si tratta in effetti di un grave sgarbo della Clinton, non tanto a Donald Trump, quanto alla democrazia degli Stati uniti e a quell’immagine di rappresentate del “bene” che si oppone al “male”. Se fosse accaduto in Italia, ove lo scontro politico assume ormai da decenni i connotati di partigianeria politica portata all’estremo, non ci sarebbe nulla di strano. Ma negli Usa il codice d’onore politico prevede l’importante istituzione del discorso che riconosce l’onore della vittoria al vincitore. Tale mancanza da parte di Hillary non ha fatto altro che fomentare ancor di più l’indignazione e l’euforia dei sostenitori di Trump, e gettare ancor di più nello sconforto i moderati democratici che avevano votato Hillary. Gli unici ad approvare il comportamento dell’ex First Lady sono stati gli elettori più massimalisti del partito democratico che avevano fin dall’inizio abbracciato l’idea dello scontro ideologico tra “bene e male”. Ma anche questi hanno presto abbandonato smorzato i toni non appena Trump ha fatto sapere che Hillary l’avrebbe chiamato per congratularsi privatamente per la vittoria.
Sondaggi, intellettuali e divi dello spettacolo: i veri sconfitti
Trump veleggia dunque verso un solido mandato. Con 290 grandi elettori già assegnati, la maggioranza che consegnato la vittoria a Donald Trump è andata oltre ogni previsione. Di fatto i grandi giornali, gli intellettuali ed i sondaggisti non ha saputo capire, ne tanto meno interpretare e vivere il paese. Chiusi nei circoli intellettuali, nei propri luoghi d’incontro a senso unico, e dimostrando una distanza totale da quella che è la vita di tutti i giorni dell’americano medio, tutti i principali esperti in materia politica avevano dato per certa la vittoria di Hillary con oltre il 90% di possibilità che l’ex First Lady divenisse il primo presidente donna degli Stati Uniti. Quando lo spoglio era iniziato, ed i dati indicavano chiaramente che le previsioni, anche in caso di vittoria della Clinton, erano state fin troppo ottimistiche, la maggior parte dei media americani, ma anche italiani, continuavano a dare Hillary per vincente quasi certa. Invece nel corso della notte è stato sancito il solco che ormai divide le elite intellettuali dalla vita dei cittadini. Solco che peraltro anziché portare un messaggio di necessario cambiamento alle suddette elite, rischia ora d’ingrandirsi. Negli Stati Uniti, e non solo, numerosi sono i giornali che oggi sono usciti con la prima pagina letteralmente a lutto con titoli che vanno da un amaro “It’him” (è lui) a titoli catastrofisti come “Adesso dobbiamo avere paura”. Nel complesso i presunti esperti hanno incassato un colpo durissimo dalle presidenziali americane. Ancora peggio è andata ai divi di Hollywod, e ai tanti artisti del mondo dello spettacolo che avevano apertamente appoggiato Hillary Clinton. Da Madonna che aveva promesso “sesso orale completo” a chi avesse votato Hillary, a Jennifer Lopez, a Kim Kardashian, a tanti altri divi e artisti che avevano fatto campagna per la Clinton indicandola come l’unica “candidata giusta”. Invece pare che la campagna di aperto e sfegatato sostegno, che a volte ha rasentato anche il fanatismo, da parte del mondo dello spettacolo abbia addirittura prodotto effetti contrari a quelli desiderati. A pesare negativamente sulle intenzioni dei divi dello spettacolo il fatto che l’ex ceto medio, ma anche i ceti proletari e della piccola borghesia, abbiano percepito gli artisti come una casta di ricconi dai cachet estremamente alti, che a causa del proprio benessere sono completamente scollegati dalla realtà. Nel complesso a parlare è stato dunque il cittadino medio che ha sancito la propria volontà e determinazione nei confronti di quanti pensavano di esserne invece i logici e deputati interpreti e rappresentanti.
Cenusa Alexandru Rares – Agenzia Stampa Italia