La visita di Jalil a Roma, frutto di contatti con il Governo italiano, è "un segnale importante", ha spiegato il portavoce del Ministro, Maurizio Massari, nel corso del consueto briefing settimanale alla stampa, sottolineando che l'Italia da "molta importanza a questa visita", la prima all'estero di Jalil, anche per il riconoscimento che è stato dato al Cnt. Ci sarà "un probabile passaggio in Parlamento, e si sta lavorando ad un incontro con le massime cariche dello Stato" ha detto ancora Massari, dando notizia anche di una iniziativa italo-francese, a cui si è aggiunta la Spagna, per sollecitare la presenza di un rappresentante del Cnt libico al Consiglio Esteri di Lussemburgo, per fare in modo che i vari membri dell'Ue possano "familiarizzare" con l’opposizione a Gheddafi.
Per quanto riguarda le richieste della Nato e del Cnt di rafforzamento della missione militare da parte dell'Italia, Massari ha puntualizzato che "sarà il governo a prendere le proprie decisioni" Tali richieste, ha precisato, saranno comunque valutate con gli alleati. In ogni caso, ha rilevato Massari, "l'Italia ha già fatto la sua parte e continuerà a farla" sulla base di evoluzioni sul terreno. Il principio che prevale, ha aggiunto, è quello del "burden sharing" con gli alleati, in particolare perché la missione dell'Alleanza in Libia è una sorta di 'Nato Plus' con la partecipazione di paesi come Qatar e Emirati.
Resta ferma la volontà italiana di chiedere un impegno comune europeo. L'Italia, ha spiegato Massari, insieme alla Danimarca intende "sollecitare" la nomina di un inviato di alto livello dell'Ue in Libia perché "si possa coordinare con le altre organizzazioni internazionali e far pesare la voce dell'Ue" anche all'interno del gruppo di contatto che si riunirà a Doha il 13 aprile.
Quanto all’eventualità di armare l’opposizione libica, Massari ha ribadito che questa "deve essere considerata una extrema ratio" perché "ci sono altri strumenti messi a disposizione dalla risoluzione 1973 dell'Onu che devono essere sfruttati al massimo". Massari ha ricordato che, dal punto di vista giuridico, la 1973 prevede “la possibilità di eccezioni rispetto all'embargo di armi" come misura di extrema ratio per proteggere i civili. Ed è un argomento da far valere laddove, al momento opportuno, si ponga questa questione”.
Sul fronte umanitario, si registrano due ulteriori operazioni italiane a favore della popolazione libica coordinate dalla Cooperazione allo Sviluppo, sviluppate con il supporto logistico e operativo del Ministero della Difesa e a cui partecipa attivamente la Regione Lombardia. Le due missioni prevedono l’invio di kit medici per la cura di circa 60mila persone e il trasferimento in Italia di una ventina di feriti.