(ASI) Si è tenuto nella giornata di ieri alla Farnesina il vertice bilaterale tra Cina ed Italia. La cooperazione economico – commerciale ad ampio raggio è stata al centro del vertice cui hanno partecipato il ministro Paolo Gentiloni, ministro per gli affari esteri e per la cooperazione internazionale, e il suo omologo cinese Wang Yi.
Il vertice ha preso in considerazione tutti gli aspetti delle relazioni tra i due paesi. Si è infatti discusso di cooperazione internazionale economica, ma anche finalizzata alla lotta al terrorismo, e in particolare all’Isis. Secondo il ministro Gentiloni la cooperazione con la Cina sarà foriera di notevoli opportunità per le imprese italiane. Il ministro degli esteri ha infatti sottolineato come in discussione non vi siano solo le opportunità d’accesso al mercato cinese, il quale, malgrado le recenti vicissitudini che ne hanno rallentato la crescita resta il primo al mondo, ma anche l’accesso all’Africa. Gentiloni ha espresso il suo augurio affinché le quote di mercato africano detenute dalla Cina diventino accessibili alle imprese italiane. Ciò sarà possibile mediante un accordo di reciproco interesse che farà incontrare l’offerta di mercato cinese con il know-how italiano. Il ministro degli esteri ha presentato le linee guida delle future cooperazioni economiche. La Cina metterà sul piatto le risorse in termini di materiali e di capitali già investiti, o da investire nel futuro a breve e medio termine. L’Italia, con le sue imprese, consentirà alla Cina di massimizzare i propri investimenti indirizzandoli e partecipandovi grazie alle maestranze e alle idee delle proprie imprese. Secondo il ministro degli steri cinese Wang Yi, non si tratta certo di una cooperazione tra un gigante e un soggetto debole, ma si tratterà di una collaborazione alla pari, poiché “le idee, le maestranze e la cultura imprenditoriale italiana, rivestono importanza pari al capitale e alle risorse materiali investite, o da investire”. Insomma la Cina sembra proprio intenzionata ad inaugurare una nuova stagione di collaborazione che potrà aprire nuovi orizzonti alle imprese italiane. Queste, pesantemente danneggiate dalla vicenda delle sanzioni alla Russia, potrebbero infatti trovare nel mercato cinese, ma soprattutto nelle quote di quello africano detenute dalla Cina. L’Africa attualmente rappresenta la nuova frontiera degli investimenti. Investimenti che oltre ad andare a beneficio delle imprese italiane e degli investitori cinesi, andranno a beneficio degli stessi paesi africani che potranno modernizzare le proprie infrastrutture e le tecniche produttive. Questo è evidente se si considera che i principali obbiettivi della bilaterale Italia - Cina sono stati individuati nel settore dell’ingegneria ambientale, aerospaziale e delle infrastrutture. Tutto questo all’insegna di una politica volta alla “maggior lungimiranza possibile” per far si che l’Africa non ne benefici solo in termini di modernizzazione tecnica, ma anche in termini di impatto occupazionale, sociale ed ambientale, che possa portare benefici al fenomeno delle migrazioni che attualmente vedono enormi masse di africani riversarsi su un Europa sempre più in difficoltà tanto dal punto di vista politico, che economico. La presa di coscienza dei limiti europei, e della necessità di investimenti nel continente africano in nome dell’interesse generale, sono infatti stati obbiettivi riconosciuti tanto dalla delegazione italiana, quanto da quella cinese. Il ministro Wang Yi ha inoltre fatto presente l’intenzione della Cina di rafforzare i propri investimenti sul territorio nazionale italiano. Gli obbiettivi degli investimenti cinesi sono stati individuati nel settore manifatturiero italiano, in quello turistico e dei trasporti. In particolare sono stati individuati 5 settori prioritari: tecnologia ambientale e sviluppo sostenibile, agricoltura e sicurezza alimentare, urbanizzazione e sanità e l’industria aerospaziale. L’Italia, secondo quanto esposto dalla delegazione cinese, è una nazione che riveste una grande importanza nel quadro del progetto cinese di una “Nuova via della Seta”. Tale progetto prevede una serie di investimenti nei paesi che potranno fungere da collegamento da un capo all’altro del continente euro – asiatico. Detti investimenti si starebbero attualmente concentrando sia sulla realizzazione di infrastrutture di trasporto e collegamento, che sulla realizzazione di joint-venture e partnership commerciali. In tal senso la bilaterale commerciale di ieri è stata preceduta lo scorso mese dall’apertura della prima sede europea di Alibaba, noto sito di trading online ed e-commerce in grande espansione, e concorrente di Ebay e Amazon. Il ministro Gentiloni ha dichiarato –“Parallelamente al dialogo politico,anche la cooperazione economico . commerciale continua a rafforzarsi. Dobbiamo conseguire l’obbiettivo di un progressivo riequilibrio della bilancia commerciale. L’anno scorso l’interscambio tra Italia e Cina ha generato un giro d’affari per 38,5 miliardi di euro rendendo l’Italia il secondo partner europeo della Cina dopo il Regno Unito. I nostri rapporti sono contraddistinti da un amicizia articolata, e reciprocamente fruttuosa”. Dello stesso avviso il ministro degli esteri cinese Wang Yi secondo il quale l’Italia è “un grande paese di innovazione e di creatività che costituiranno nuove opportunità di collaborazione in modo da accrescere la cooperazione tra i due paesi”. Wang Yi ha poi elogiato la politica estera italiana affermando –“La Cina apprezza l’approccio positivo ed indipendente italiano verso la Cina. La cooperazione in materia di giustizia e di ordine pubblico è diventato un punto d’eccellenza e questo riflette l’alto livello di fiducia politica reciproca”.
Alessandru Rares Cenusa - Agenzia Stampa Italia